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Tra Eco e Depardieu sintonia su Sant'Agostino

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Credente sì, ma in un Dio panteista. Credente ma non praticante: «Ho sempre avuto la fede. La fede non è pericolosa, è un aiuto». Folgorato da Sant'Agostino, ma non convertito perchè al grande attore da sempre piacciono tutte le religioni: ha letto il Corano, e negli anni '60, appena arrivato a Parigi, Depardieu frequentava una moschea. «La forza dell'Islam è pregare cinque volte al giorno. Questo dà energia». Affascinato però «dall'onestà della parola» di Sant'Agostino, che ha cominciato a conoscere solo nel 2000, l'anno del Giubileo, grazie a un incontro con papa Giovanni Paolo II e il card. Poupard. Da allora Depardieu non ha smesso di leggere le «Confessioni» di Sant'Agostino, prima per pochi amici e poi davanti a platee di migliaia di persone nelle cattedrali di Notre Dame, Strasburgo e Bordeaux o nel Tempio dell'Oratorio del Louvre. Ma anche in moschea e in una chiesa protestante. E ancora ieri sera nell'aula magna dell'Università di Bologna, al fianco di Umberto Eco nella veste di commentatore. L'attore e l'intellettuale: un'accoppiata unica per un evento unico in Italia. Per Depardieu l'incontro con Sant'Agostino, dunque, non ha coinciso con l'incontro con Dio. «Gerard confessa un panteismo vitalista», ha commentato il laico Eco ricordando come sullo schermo di solito Depardieu non faccia «il mistico dal cuore tenero, ma il duro». E anche la sua fama di "bon vivant" non fa a pugni con la fede: «Anche Sant'Agostino ha conosciuto le passioni terrene. Ha avuto un figlio, ma non era sposato e ha fatto un Pacs», ha ironizzato Eco.

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