di ROBERTO CARRETTA WILHELM Meister è il protagonista dell'opera giovanile «La missione teatrale di ...
Di quest'ultimo, compimento e sintesi dell'opera goethiana, l'Editrice Medusa ha ora pubblicato, con felice quanto opportuna iniziativa, la prima edizione integrale italiana dal titolo «Gli anni di viaggio di Wilhelm Meister» (462 pagine, 29.50 euro), a cura di Rosita Copioli. I «Wilhelm Meisters Wanderjahre, oder die Entsagenden», pensati fin dal 1798 a seguire e concludere gli «Anni di noviziato», nel 1807 cominciano a prender forma, destinati ad essere elaborati per diversi anni e infine pubblicati nel 1821 in una prima edizione che ne costituirà solo la prima parte. Contemporaneamente, ne uscì una falsificazione polemico-moralistica contro la quale si scagliarono Tieck ed Immermann. Ciò valse, nel 1823-1824, a far riprendere a Goethe il lavoro, ma solo per breve tempo. La stesura della redazione attuale data dal 1825 al 1829, con alcune appendici postume comprendenti le «Riflessioni secondo la mente dei viaggiatori» e «Dall'archivio di Macaria» qui proposte, appunto per la prima volta, nella traduzione di Mariaelena Faienza. La lunga, tormentata gestazione non deve stupire perché, doppio e summa in divenire del suo pensiero, il Meister è l'alter ego dell'autore nonché uno dei più alti esempi di opera letteraria "aperta", "in divenire", moderna. Specchio posto al confluire di due secoli e di due epoche il mare di storie, divagazioni, riflessioni contenuto nel testo prende le mosse da un redivivo San Giuseppe, esempio dei valori arcaici della famiglia, e si conclude col protagonista che salva il proprio figlio, ferito dopo una caduta da cavallo, grazie alla propria vocazione di chirurgo. Una disciplina proiettata nel futuro appena apertosi della "specializzazione" dei saperi. Infatti, proprio sullo sfondo di un'Europa sconvolta dalle imprese napoleoniche, lacerata da rivoluzioni politiche e sociali, mentre l'industria sostituisce l'artigianato e si sgretola l'antica società patriarcale, Wilhelm e Felix, padre e figlio, viaggiano verso il "tempo nuovo", oscuro e contraddittorio, che ha appena dischiuso le proprie porte. Nella tendenza spirituale al perfezionamento e ad un amore universale che trascendono l'Io si delineano, armonizzandosi, i tratti antichi e moderni di questo eroe pervaso da uno speciale senso dell'esistenza e del tempo. Compiendo il pellegrinaggio in compagnia del figlio, amplia sempre più la propria esperienza e visione della storia. L'individualità tipica dell'artista e dell'opera d'arte quasi si spengono di fronte all'incalzare degli eventi. Morti i sogni e superati i disinganni, accompagnata da una certa malinconia, pulsa una vita multiforme a stento afferrabile. Come lo stesso poeta, insieme spettatore e attore, rattristato dallo spettacolo di un'epoca ancora eroica ormai al tramonto e affascinato da ciò che vede delinearsi all'orizzonte, anche Meister siede a cavallo del secolo, e comprende i segni del futuro con titanica lungimiranza interiore. Una ed una sola è però l'idea dominante l'intera opera, punto d'approdo e nota bassa che sottende tutta la parabola goethiana: l'uno deve servire al tutto, soltanto così può sentirsi legato all'universale.