Bublé, passaporto italiano e tanta voglia di Sanremo
Ieri sera, poco prima di salire sul palco della Fiera di Padova, per la prima tappa del suo tour italiano, davanti a oltre 5 mila, il trentenne profeta canadese dello swing ci ha sventolato il suo nuovo, fiammante, passaporto italiano con a fianco il simpatico nonno materno, Demetrio Santagà. «Dal 21 ottobre scorso, sono vostro concittadino - ha annunciato l'emulo di Frank Sinatra - Sono felicissimo di aver raggiunto questo obiettivo. Chissà, magari verrò a votare alle prossime elezioni». Qual è la sua canzone che il nonno ama di più? «Demetrio va pazzo per "You'll never Find Another Love Like Mine" (Non troverai mai un altro amore come il mio) che nel nuovo cd, accoppiato al dvd del mio show a Los Angeles, canto assieme a Laura Pausini. In verità, la mia partner doveva essere Nelly Furtado, ma era impegnata e, allora, ho puntato su Laura che stimo tantissimo. Infatti, quando l'ho presentata al pubblico di Los Angeles, ho subito precisato che vende molti più dischi di me: io sono "ancora" a quota 7 milioni e mezzo. Canterò quel brano solo a Roma, il 30 novembre, all'Auditorium, perché sarà lì che Laura verrà a trovarmi». Il 15 dicembre Sinatra compirebbe 90 anni: parteciperebbe a un disco in onore di "The Voice"? «Dipende da chi lo fa e da chi vi paretecipa. Sarei onorato di cantare per Frank Sinatra che è stato il grande diffusore del fraseggio nello swing: Bing Crosby introdusse il sound, ma fu Sinatra a farlo trionfare. Il mio idolo, però, resta Tony Bennett. Comunque, non parteciperei a un album di duetti con Sinatra, ho già rifiutato di farne uno con Ray Charles, perché non amo queste manipolazioni; così, come non mi piacciono i dischi "live" e la diffusione anticipata, via dvd, dei miei show: tolgono ogni sorpresa. Purtroppo, sono le case discografiche a chiedere questi prodotti». Tornerebbe a Sanremo? «Se mi chiamassero, sarei felice di ritornare al Festival. Certi italo-americani mi considerano un big solo perché mi hanno invitato a Sanremo».