«Un trattato planetario contro la povertà»
Questo il ricco "menu" proposto dal sesto summit mondiale dei Premi Nobel per la pace, "sponsorizzato" dal sindaco di Roma Veltroni e svoltosi ieri in Campidoglio. E allora si sono visti i cantanti Bob Geldof e Luca Barbarossa vicini agli ormai mitici ex leader politici Lech Walesa e Mikhail Gorbaciov, i registi americani fratelli Coen accanto ad Agazio Loiero, presidente della Calabria impegnato nella battaglia contro la 'ndrangheta. Ecco, in pillole, alcune delle dichiarazioni più importanti di alcuni dei tantissimi ospiti illustri del summit. Gorbaciov: «Serve un trattato globale per combattere la povertà planetaria. Sono preoccupato per la piega che stanno prendendo i colloqui sul disarmo atomico. Non vorrei che ripartisse presto la corsa alle testate nucleari. Non tutti i paesi che posseggono queste armi di distruzione di massa sembrano intenzionati ad accettarne la limitazione». Lech Walesa: «L'impero del male, il comunismo, ha fatto più di 200 milioni di morti nel corso della sua esistenza. Teniamo sempre a memoria questa cifra per ricordare quanto di terribile ci siamo lasciati alle spalle. Oggi nel mondo è rimasta unasola superpotenza ma gli Stati Uniti non hanno una leadership all'altezza per imporre una nuova organizzazione globale che vada contro l'oppressione e lo sfruttamento». Nelson Mandela che, pur non avendo potuto partecipare direttamente al summit, ha fatto pervenire un suo intervento video: «La democrazia si dispiega nel continente africano, 53 paesi, pari ai due terzi degli stati del continente hanno istituzioni democratiche. Tuttavia non si possono celare i profondi problemi che ancora affliggono il Continente Nero, primo fra i quali l'aids, la più forte emergenza, superiore anche all'apartheid».