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Nel minestrone di Bonolis sciapo perfino il duetto con Laurenti

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Si entra subito in un'atmosfera con forte coinvolgimento emotivo, spezzata dalla comicità di Oreglio e da improbabili gag. La telecamera spazia dai primi piani allo studio. Le immagini sono le protagoniste del programma. Michele Placido svela il suo rapporto con la vita e la paternità e le sue opinioni: contro l'intervento italiano in Iraq e il modo con cui è stato realizzato il federalismo. Mescolando sacro e profano scorrono le immagini di Padre Pio, della madre di Cogne, delle periferie parigine. Con l'intervento di Massimo Fini e del dottor Mancarella, il primo ad occuparsi dei profughi arrivati in Puglia, si completa la parte seria del programma, fatta di denunce e riflessioni, che evoca le interviste di Bonolis due anni a «Domenica in». Non manca un ricordo di Freddie Mercuri. A questo punto il senso della vita da serio sfuma nel faceto con la presenza di Luca Laurenti. Ma il sodalizio con Bonolis sembra aver perso l'appeal del passato. Tra voli pindarici da un argomento all'altro, e salti indietro nel tempo, si evocano, con il primo piano su un trasgressivo quadro di Courbet, sondaggi del 1991, e Bonolis tenta di riproporsi nel ruolo di «commediante dell'arte». La musica fa capolino attraverso la presenza di Stefano di Battista e Nicky Nicolai. Purtroppo bisogna fare i conti con troppa pubblicità e con Bruno Vespa che si occupa de «L'isola dei famosi». M. C.

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