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De André, la voce rubata agli angeli

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53 brani de-masterizzati e reincisi per esaltare i toni bassi ed alti dell'autore di «Bocca di rosa»

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Dori Ghezzi e Cristiano De André avevano convocato i fedelissimi: da Fernanda Pivano a Fabio Fazio, da Nina Maifredi (l'amica d'infanzia di Fabrizio che gli ispirò la canzone «Ho visto Nina volare») ai fotografi Luca Greguoli e Guido Harari, e ai critici e cronisti, per molti dei quali il rapporto con l'autore indimenticato di «Amore che vieni amore che vai» è stato assai più di una neutrale occasione professionale. Tutti insieme, affettuosamente, nel ricordo di Fabrizio, e delle sue straordinarie canzoni: dalla struggente «Canzone dell'amore perduto» alle «Ballate» pietose «dell'eroe» e «del Miché», fino alle classiche «Via del Campo», «Bocca di Rosa», «La canzone di Marinella». Canzoni «In direzione ostinata e contraria», ora raccolte nella collezione dei 3 cd distribuiti da Sony Music BMG (150 mila le copie già prenotate): 55 brani de-masterizzati dall'esperto Antonio Baglio «per recuperare dagli album originali e riversarli in digitale i toni della voce, così piena di note basse e, contemporaneamente, di armoniche alte che da sempre danno la sensazione che Fabrizio canti solo per l'ascoltatore. Una voce inimitabile che resta più a lungo delle sue canzoni». «Non amo le celebrazioni ­ ha detto Dori Ghezzi, compagna del poeta e compositore scomparso cinque anni fa - Ma sono contenta di avervi tutti insieme: è il miracolo che Fabrizio riesce sempre a compiere, ci tiene tutti uniti. Qui ci sono tante persone che hanno conosciuto Fabrizio, qualcuno addirittura prima di me. E una di quelle persone è la cara amica Fernanda Pivano». Emozionata e commossa, la scrittrice, che ha portato in Italia i protagonisti della beat generation, ha rievocato le sue visite a De André e alla Ghezzi nella loro casa di Santa Teresa, in Sardegna: «Ricordo che Fabrizio non sopportava di perdere quando giocavamo a scopa ­ ha rivelato la Pivano - E poi le discussioni sull'anarchia («Bisogna essere degli uomini buoni per essere anarchici?», si domandava Fabrizio) e tanti altri momenti in cui erano vicini i nostri pensieri. Ma, soprattutto, ricordo la sua voce, dolce, gentile: sembrava rubata agli angeli, era come sentire un sogno ultraterreno». Oltre ai cavalli di battaglia del repertorio della «Cattiva strada» (compresi «Hotel Supramonte» e «Don Raffaè»), la nuova collezione di De André comprende anche alcuni inediti, mai entrati in precedenti album, come «Una storia sbagliata» (dedicata a Pier Paolo Pasolini), «Titti» (ispirata a «Dona Flor e i suoi due mariti» di Jorge Amado), le versione live di «Geordie» e di «Cose che dimentico», cantata da Fabrizio e Cristiano. «È l'unica canzone che abbiamo scritto e cantato assieme ­ ricorda Cristiano De André - Avevo composto la musica per dedicarla al poeta gallurese Fernando Carola, morto di aids. Gliela feci sentire e lui mi chiese di registrargliela. Il mattino dopo, alle 5.45, Fabrizio mi telefonò: "Ho finito il testo, vieni subito". Ce la bocciarono a Sanremo, ma per me è una grande emozione che sia in questi cd, assieme alle canzoni più importanti di Fabrizio».

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