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In Tv le fiction piacciono se offrono un po' di lacrime e il lieto fine

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Queste alcune delle motivazioni che stanno premiando, sul piccolo schermo, la fiction caratterizzata da forti elementi di commedia in cui il lieto fine, i buoni sentimenti, gli aspetti persino favolistici delle situazioni rappresentate, riescono ad inculcare nel pubblico quella serenità difficilmente reperibile nel vissuto quotidiano. In ossequio a tale tendenza, persino una fiction di grande appeal sul pubblico come «Distretto di polizia», che dalla prossima serie potrebbe avere Corrado Guzzanti tra gli attori, ha deciso, martedì sera, di concludere l'attuale ciclo in onda su Canale 5 con il lieto fine del ritrovato amore tra il commissario Giulia Corsi, al secolo Claudia Pandolfi, ed il capitano dei carabinieri ingiustamente accusato di tradimento che alla fine decide di seguire. Risultato: 7.546.000 spettatori che consentono a Canale 5 di vincere la serata in una stagione davvero non felice per la fiction Mediaset. L'azienda televisiva commerciale, infatti, ha accusato cedimenti di ascolti proprio con vicende drammatiche come «Sacco e Vanzetti», «Callas-Onassis»: il pubblico le ha sentite lontane dalle proprie esigenze di rassicurazione e di serenità che almeno la Tv oggi sembra in grado di fornire attraverso il racconto televisivo. Proprio per aver messo in discussione il sofferto happy end finale della prima serie di «Elisa di Rivombrosa», il sequel attualmente in onda su Canale 5 è nettamente al di sotto dell'audience dello scorso anno. Mentre prodotti come «Regina di fiori» modesta favola moderna interpretata da una statica Manuela Arcuri ha avuto la pretesa di proporre in chiave borgatara, ma vincente, le atmosfere di «Pretty woman». «In alcuni momenti, come quello che stiamo vivendo, prevale nella platea televisiva il desiderio di leggerezza», afferma Max Gusberti, dirigente di Raifiction che continua: «La cronaca quotidiana dei recenti attentati in Iraq, le donne che si fanno esplodere, il clima rovente che già si vive in funzione della prossima campagna elettorale spingono la gente verso l'intrattenimento leggero e rassicurante che la fiction attualmente è in grado di dare. E se il racconto televisivo contiene dolore, quel dolore deve essere sempre illuminato dalla grande luce della speranza». Gusberti sottolinea anche che non si deve generalizzare una tale situazione forse contingente e che l'obbiettivo di chi realizza fiction deve essere la consistenza delle storie e l'eleganza della confezione. «Il bisogno di buoni sentimenti giustifica anche il grande successo, in questo periodo, delle fiction religiose che propongono modelli comportamentali di grande significato in una società bisognosa di ritrovare i propri valori», conclude il dirigente. Concorda su tali osservazioni anche Luca Bernabei della Lux Vide che tra l'altro, produce per Raiuno l'amatissima serie «Don Matteo». «Questa fiction è un giusto mix di commedia e buoni sentimenti, di rassicuranti approcci con il prossimo e di finali sempre positivi» afferma Bernabei che anticipa di avere in preparazione «Nati ieri» una serie ambientata nel reparto di maternità di un ospedale romano in cui la miscela di commedia ed happy end finali ha come fine di invogliare gli italiani a fare più figli. La novità della Lux è rappresentata dalla produzione di un'altra fiction «Don Zeno e Mamma Irene» attualmente in fase di scrittura in cui attraverso la figura di un santo e della sua prima seguace, ancora vivente, si affronta, con piglio sereno ed ottimista, la realtà delle case famiglia. «La commedia nella fiction è sempre stata vincente», affermano Laura Toscano e Franco Marotta, prestigiosa coppia di sceneggiatori televisivi a cui si devono successi come «Il maresciallo Rocca» e «Commesse», amati proprio per il mix di leggerezza e di serietà professionale con cui i protagonisti affrontano la vita. «Devo constatare che oggi la commedia

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