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Tra fiumi di sangue navigano poche idee

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UN HORROR australiano. Lo spunto, degli omicidi in serie commessi, senza distinzione di età e di sesso, a danno di quanti si avventurano a fare l'autostop sulle autostrade che attraversano le molte zone desertiche del Paese. Eccoci così di fronte a due ragazze inglesi e a un giovanotto di Sydney, loro amico. Dopo aver visitato un immenso cratere provocato dalla caduta di un meteorite, si ritrovano con l'auto e gli orologi misteriosamente bloccati. Proprio mentre temono di dover passare una notte all'addiaccio si imbattono in un uomo che, con un carro attrezzi, si propone di riparare la loro auto scortandoli fino a una sua officina poco distante. I tre, naturalmente, accettano grati, ma il mattino dopo si risvegliano legati mani e piedi, con l'uomo di fronte a loro pronto a seviziarli. Comincia il dramma che vedrà presto le due ragazze uccise dopo un inutile tentativo di fuga. Si salverà solo il loro amico, ma ridotto in condizioni pietose. Dell'assassino, più in là, nessuna traccia. Una didascalia, alla fine, precisa che, appunto, la storia si ispira ad altre realmente accadute, quasi sempre nell'impossibilità di catturarne i responsabili. L'ha svolta, scrivendola e poi rappresentandola un esordiente, Greg McLean, noto finora in teatro e nel settore dei documentari. Mirava all'orrore e questo ha cercato, dopo un'introduzione come d'uso tranquilla con i tre protagonisti spensierati in viaggio. Il meccanismo scatta non appena i tre si svegliano legati con fili d'acciaio e realizzano le vere intenzioni di quell'uomo in cui credevano di aver trovato un salvatore. Urla, sangue, tentativi di violenze ai danni delle due ragazze, poi, la fuga disperata della sopravvissuta su un'auto, presto però inseguita e raggiunta dall'assassino che freddamente le sparerà. Con tutte le tensioni, prima delle lotte con l'uomo, poi dell'inseguimento, lasciando, nel finale, al giovanotto di salvarsi; pur all'estremo delle proprie forze. La paura c'è ed anche, appunto, l'orrore, secondo gli schemi soliti. Con il contrasto, attorno, di quel deserto australiano prodigo di panorami notturni e diurni quasi lirici. Le fisionomie dei personaggi, tuttavia, riflettono solo il terrore che le attraversa e anche l'assassino non si propone mai più in là dei consueti stereotipi. Chi ama il genere, comunque, qualche motivo di interesse riuscirà a trovarvi. Scarsamente aiutato però da interpreti, a noi sconosciuti, che si limitano a urlare, insaguinati. G. L. R.

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