La musica dà gusto a una storia insipida
NATURALMENTE siamo a Cuba, e naturalmente si canta e si suona. I protagonisti, difatti, sono dei veri componenti di un gruppo rock che aspirano alla celebrità. Sembrano sulla buona strada quando entrano in contatto con loro degli spagnoli che pensano di farli esibire a Madrid purché, emigrando, si impegnino a dir male del regime castrista. Quei cantanti non hanno fatto mai politica anche se dei loro parenti sono scappati a Miami e la moglie di uno di loro medita di fare altrettanto per raggiungere la madre emigrata da un pezzo, però all'idea di lasciare Cuba, con la certezza di non potervi più far ritorno, ci pensano su un po' e poi, alcuni, rinunciano. Il successo, anche lì, lo raggiungeranno egualmente. La storiella è un po' facile, con snodi prevedibili e con un atteggiamento nei confronti della politica a Cuba pronto a dare un colpo al cerchio e uno alla botte, però quel rock latino che si fa ascoltare ad ogni svolta, con cantanti o bianchi o di colore indubbiamente molto bravi (sia pure senza nemmeno sfiorare le vette di Buena Vista Social Club), merita di esser preso in considerazione. Il regista, del resto, che è lo spagnolo Benito Zambrano, con studi di cinema proprio a Cuba, è riuscito a muoversi tra le pieghe di quell'azione molto scontata con indubbia disinvoltura. Qua disegnando con acume i personaggi e i loro caratteri, là seguendo le loro evoluzioni (e le conclusioni cui arrivano) senza cedere troppo al sentimentalismo e alla retorica. Con una asciuttezza di modi, anzi, e con una sincerità che gli consentono anche di ridarci un ritratto attorno di una Cuba minore, tra povera gente in quartieri poveri, dove la musica sembra valere molto più del pane; e del companatico. Lo coadiuvano, attenti, tutti gli interpreti, specie quelli scelti in mezzo a veri gruppi rock. Più in primo piano degli altri, Roberto Sanmartin, un meticcio cui è affidata la parte di quello che, pur afflitto da problemi familiari, deciderà di non partire, e Alberto Joel García Osorio nel personaggio, bianco di pelle, che all'inizio, invece, si era fatto tentare dalla proposta di emigrare in vista del successo. Anche quanti però si muovono di sfondo convincono. Tutti con facce vere.