Salemme: «Finalmente faccio solo l'attore»
La sceneggiatura, firmata da Cimpanelli, con Furio e Giacomo Scarpelli, è nata da un'idea di Sergio Citti, che l'ha raccontata al regista in uno dei loro abituali incontri a Fiumicino. Il titolo è invece quello della vecchia canzone di Rabagliati, che in un momento cruciale della storia viene trasmessa per radio. Nel film, accanto a Neri Marcorè e ad Elena Russo, è protagonista Vincenzo Salemme, nei panni di un truffatore affascinante. Salemme, com'è il suo personaggio? «È un uomo attraente e astuto, avvolto dal suo completo di lino bianco, con tanto di cappello e di baffi. La mia vicenda s'incrocia con quella di un brigadiere della piccola stazione di Civita Terentola, Umberto Petroni, interpretato da Marcorè, al quale arriva un incarico importante, quello di scortare me, truffatore, richiesto dalla magistratura di Venezia. A complicare le cose in questo viaggio che inizia il 7 settembre '43, s'intrufola la fidanzata del brigadiere (la Russo). Ma, a causa degli eventi storici tutto precipita in Italia e il viaggio diventa una sorta d'iniziazione dalla quale escono tutti diversi. Il film parte come una commedia brillante e divertente, poi assume toni e finale drammatici». Che effetto le ha fatto essere diretto per la prima volta come attore protagonista? «Mi sono divertito. È bello fare solo l'attore e lasciarsi guidare dal regista, anche perché il mio personaggio è anche un suggeritore teatrale. All'epoca, come mi raccontava Eduardo De Filippo, queste persone erano stimate perché istruite, al contrario degli attori, che sono rimasti ignoranti fino agli anni '70». Quali saranno i suoi prossimi impegni? «A fine gennaio, farò un programma scritto da me, un one man show che andrà in onda su Raiuno per quattro venerdì, in prima serata e s'intitola "Io vorrei non parlarne". Poi, è in preparazione il film di Natale 2006, dove sarò in coppia con Boldi. Ed infine, debutterò al Sistina di Roma il 7 febbraio, con "La gente vuole ridere ancora"».