Il protagonista Voight «La fiction su Wojtyla mi ha cambiato la vita»
Papa Benedetto XVI si è commosso e io pure», così Jon Voight racconta il colloquio con il Papa l'altra sera al termine dell' anteprima mondiale della fiction «Giovanni Paolo II», nell' aula Paolo VI in Vaticano, prima della messa in onda domenica 27 e lunedì 28 novembre su Raiuno in prima serata. «In America si parla molto di questo Papa, lo chiamano Rottwailer, così non sai bene cosa aspettarti - ha raccontato il protagonista del film, premio Oscar per "Tornando a casa" - invece ieri mi sono reso conto che la platea sapeva bene chi fosse, ha scandito il suo nome "Benedetto" chiamandolo con quell'entusiasmo come chiamava Giovanni Paolo II. È stata una opportunità di incontro fantastica, senza contare i suoi complimenti sul film». Nella presentazione alla stampa del film, presente tutto il cast, il regista canadese John Kent Harrison, i produttori della Lux vide e i vertici di Rai fiction, Voight ha aggiunto: «Probabilmente questo film ha cambiato la mia vita, sicuramente non mi sono ancora ripreso dalla fine della lavorazione». Il regista ha detto di essere stato guidato da una delle frasi celebri di Papa Wojtyla quel «Non abbiate paura» che lo ha «reso più coraggioso». Il film, che racconta gli anni giovanili del Papa, quelli religiosi a Cracovia e il lungo papato è, secondo Voight, un modo per «esprimere il grosso amore di tutti per lui e dare testimonianza del suo pontificato. Per interpretarlo c'è voluta a me come attore molta umiltà è personalmente sono orgoglioso del risultato». Il presidente della Lux, Ettore Bernabei, con passione ha ricostruito le varie fasi del film. «Si è cominciato a parlare tre anni fa, avendo con la Rai l'accordo di lavorare solo alle sceneggiature e di non fare nulla fino a che non fosse morto il Papa. Così la preparazione del film è cominciata intorno al 15 aprile, avendo le sceneggiature pronte frutto di un enorme lavoro, di innumerevoli edizioni, di scrittura da parte di tre team diversi e di revisione parola per parola, prima tra noi, poi con il regista e poi con l'attore che si è immedesimato tanto. Siamo grati alla Rai che ci ha permesso di fare il lavoro in questo modo». Il direttore di Rai fiction Agostino Saccà ha parlato per il film «Giovanni Paolo II» costato 22 milioni di dollari dei quali 5,5 finanziati dalla Rai, di un progetto «difficile da realizzare perché raccontava una materia incandescente, e non solo perchè il Papa è morto da pochi mesi. Si è scelto così di non drammatizzare ulteriormente e di sposare una linea rigorosa, quasi di docu-fiction, che meglio avrebbe rispettato la figura di Wojtyla».