La Bibbia va studiata nelle scuole come opera letteraria
Forte di 5500 firme raccolte in sei mesi e di adesioni del calibro di Massimo Cacciari, Umberto Eco, Emanuele Luzzatti, Gianni Vattimo, l'associazione laica di cultura biblica ha promosso un convegno che si svolge a Milano iniziato ieri e che prosegue fino a domenica. Il primo appello, Biblia, fondata nel 1984 dalla teologa Agnese Cini Tassinario, lo ha lanciato nel 1989 e consegnato al Ministro della Pubblica Istruzione dell'epoca. Svolgendo negli anni varie attività di formazione sulla Bibbia, il 18 maggio 2001 si arriva alla firma di un protocollo d'intesa triennale tra Biblia e il Ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro per promuovere la conoscenza dei testi religiosi ebraici e cristiani. «Da allora - spiega la presidente dell'associazione fiorentina Agnese Cini Tassinario - il nostro appello è rimasto lettera morta, perciò abbiamo lanciato quest'anno un nuovo appello per il quale stiamo ancora raccogliendo le firme. Si studiano i poemi omerici, la Divina Commedia ma non la Bibbia. Pensiamo che il valore letterario di questo testo sacro e la sua conoscenza sono fondamentali perchè i giovani riscoprano la matrice biblica dell'Occidente e perché si sviluppi una più feconda e impegnativa cultura dello scambio tra le religioni». La Presidente di Biblia denuncia «palleggiamenti ministeriali» e riluttanze della Conferenza italiana dei vescovi ad accogliere quest'appello: «il Ministro - rileva Agnese Cini Tassinario - non dice nulla, mi ha mandato in giro da un ufficio all'altro perchè in fondo non si vuole prendere una decisione. Ho parlato anche con monsignor Giuseppe Betori (segretario generale della Cei, ndr) dell'importanza di introdurre l'insegnamento della Bibbia nelle scuole e mi ha subito detto "ma cosa facciamo noi con tutti i nostri insegnanti di religione?". Gli ho spiegato - prosegue la teologa - che gli insegnanti di religione continueranno a fare l'esegesi e non l'informazione che ci proponiamo noi. Le due cose non sono in contrapposizione. Lo studio della Bibbia non è sostitutivo dell'ora di religione». L'appello rilanciato da Biblia include anche le firme di preti, vescovi, un cardinale, docenti di università cattoliche.