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«Il Molleggiato fa una finta rivoluzione Bonolis non è credibile se parla di calcio»

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Ma da lunedì cambia partner: al posto di Franco Neri che va a «Zelig Circus», ritorna, per due mesi, Enzo Iacchetti. A gennaio del 2006, un altro ritorno: quello di Michelle Hunziker che fino a marzo, quando ci sarà una nuova coppia a sorpresa alla guida di Striscia, affiancherà Greggio. Intanto lo storico conduttore del Tg satirico riflette a 360 gradi sull'universo televisivo di oggi. Crescendo negli anni, Striscia ha dato fastidio a molti. Perché non si è mai riusciti, però, a farla chiudere? «Che ci siano stati tentativi di fermarci è sotto gli occhi di tutti, perché diamo indubbiamente fastidio. Ma bloccare Striscia sarebbe un brutto segno e non è certo facile con lo share che conquista ogni sera. Noi siamo anche penalizzati dal meccanismo del campione dell'Auditel volto verso il basso. Altri sondaggi, infatti, rilevano audience differenti. Lo stesso Istat ritiene il campione Auditel non rappresentativo. Io capisco che tale campione possa andar bene a chi gestisce l'Auditel anche se, lo ammetto, qualche correzione è stata fatta. Ma ancora non basta». Bonolis è andato via da «Serie A», dopo essere stato sempre superato da Baudo e dalla sua Domenica in. La considera una di rivincita per le polemiche sorte in passato proprio con Striscia? «Innanzitutto mi spiace per quel che è accaduto. Ma faccio notare anche che non è la prima volta che a Mediaset Bonolis sbaglia una trasmissione. Lui è tornato alla Tv commerciale con la pretesa di avere il calcio in mano ed invece le cose sono andate diversamente. Certo è stato un po' spiazzante per i telespettatori vederlo prima al timone di Affari tuoi e subito dopo parlare di calcio. Io sono per la specializzazione dei ruoli in video. Credo che non basti un nome per determinare il successo di una trasmissione. Accade raramente e con pochissimi personaggi. Uno di questi è Celentano che canta, recita, monologa e riflette». Dopo Santoro, Celentano questa sera avrà come ospite Sabrina Guzzanti. Crede davvero che stia realizzando una rivoluzione televisiva?" «Celentano non fa satira ma rappresenta se stesso, dando, come si suol dire, un colpo al cerchio ed una alla botte. A me sembra leggerino quello che fa. Non è con Santoro o la Guzzanti che si fa una rivoluzione. Non credo che lui possa spostare voti. È solo un gran burlone. Per mesi sono stato ossessionato da telefonate di un fan pugliese che, solo alla fine ho scoperto essere lui». Mediaset sta collezionando una serie di insuccessi. A cosa li attribuisce? «Credo sia sbagliato pensare che con i reality show si possa migliorare il piccolo schermo a cui è indispensabile, invece, professionismo e non omologazione. Spesso, invece, ci sono trasmissioni che non si capisce bene a quale target si rivolgano. Allora il pubblico che non si fa più ingannare si rivolge ad altro. Il problema riguarda sia Mediaset e che Rai». M. C.

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