Veronesi: «Come attore non mi sopporto»
Ho scritto tutti i film di Leonardo Pieraccioni, da "I laureati" passando per "Il ciclone", "Fuochi d'artificio" a "Ti amo in tutte le lingue del mondo", l'ultimo film di Leonardo che uscirà tra qualche settimana». Chi vi ha uniti? «Certamente il merito va a Rita Rusic». Per amore ha vinto il premio David di Donatello, contano i premi? «Sono sicuramente un traguardo che ognuno di noi vuol raggiungere. Ma non sono tutto. Le giurie a volte convincono, il pubblico è quello che mi convince di più». Il «Manuale d'amore», cosa le ha regalato? «Tanta soddisfazione. Record di incassi della scorsa primavera. Forse mi ha consacrato presso il grande pubblico che ha riconosciuto in me un certo talento. Sono infinitamente grato agli attori di quel film. In particolare a Silvio Muccino». Un suo incontro importante? «Sicuramente nel 1981 quando ho conosciuto Francesco Nuti. Un incontro folgorante. Una forte amicizia. Francesco mi ha aiutato molto. Ci frequentavamo assiduamente in quel periodo, vivevo a casa sua, dormivo a casa sua. Mi ha sostenuto ed incoraggiato». Ha fatto anche l'attore? Sì. Il mio primo ed ultimo film d'attore nel 1983, "Una gita scolastica". Ma sapevo di voler fare il regista. Ho scelto di cominciare come attore per farmi conoscere più velocemente. Non sopportavo al cinema il mio faccione sullo schermo e ho preferito smettere subito». Il suo debutto come regista? «Avevo solo 24 anni, era un film speciale: "Maramao". La macchina da presa mi ha regalato in quell'occasione delle emozioni fortissime». È favore al matrimonio? «Mi sono sposato giovanissimo. Poi mi sono separato. Non ho figli. Coltivo e credo nell'amore». E il suo immediato futuro? «Con Silvio Muccino sto studiando delle sceneggiature. Il mio prossimo film si dovrebbe intitolare "Tutto e subito", con Muccino per la prossima stagione cinematografica».