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«Portiamo sul palcoscenico i grandi autori Prima di tutto i personaggi di Camilleri»

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Poi c'è il problema dei parcheggi...»: Pippo Baudo, stanco di risollevare le sorti della televisione ora si dà anima e corpo a quello che lui stesso definisce «il suo primo amore». Per il secondo problema, quello dei parcheggi, neanche lui sa come fare, visto che siamo in Italia. Ma per il primo, quello della carenza di buoni testi, una ricetta ce l'ha e come: selezionare opere letterarie facendone delle trasposizioni per il palcoscenico. Per riuscire nell'impresa si è trovato fior di alleati. Primo fra tutti lo scrittore più amato: Andrea Camilleri, il papà del commissario Montalbano. Pippo Baudo ieri si è presentato nella veste di presidente del Teatro Stabile di Catania per parlare di questo suo impegno, della sua città e di una crisi del settore che, facendo gli scongiuri tanto cari alle persone di spettacolo, nella bella Sicilia sembra proprio non esserci. Baudo, ben felice di non occuparsi per una volta di televisione, ha illustrato il primo spettacolo messo in cartellone: «La concessione del telefono», dall'omonimo romanzo di Andrea Camilleri. La messa in scena è stata curata da Giuseppe Dipasquale e dallo stesso scrittore. Tra i protagonisti Francesco Paolantoni. La rappresentazione fa parte di un grande progetto che il carro armato Baudo sta attuando con la sua determinazione anglo-siciliana. Un progetto ambizioso, da anni portato avanti da Baudo prima come direttore artistico e ora come presidente dello Stabile. «I testi non ci sono - afferma senza mezze misure Pippo - perché fare scrivere gli autori per il teatro è difficile, si guadagna poco, insomma ci sono tanti problemi. La soluzione è semplice: trasferire opere importanti dalla letteratura al teatro». Come è stato fatto con Camilleri, ora con «La concessione del telefono» e in passato con «Il birraio di Preston». L'operazione è stata messa in atto anche con Sciascia, Dacia Maraini, Vincenzo Cerami, sottolinea Baudo. E ci tiene a segnalare in modo specifico una delle opere in cartellone: «La creata Antonia», dal libro di Silvana La Spina. «Un testo notevole», assicura. Lo Stabile di Catania, con la sua compagnia «che è un pilasto», ha detto Baudo, è un vero laboratorio per trasformare opere letterarie in teatrali. E la «cura Baudo» funziona: lo testimonia l'ottimo stato di salute (facendo sempre gli scongiuri) dello Stabile, che ha i conti in attivo e ha appena acquistato il teatro Verga, dove da decenni era in affitto, e dove (in controtendenza nazionale), crescono abbonati e biglietti venduti. Insomma allo Stabile di Catania sembra che la tanto temuta riduzione dei finanziamenti statali allo spettacolo faccia un baffo. «Sì», ammette Baudo, ma poi non rinuncia alla battuta e aggiunge: «Noi comunque abbiamo un vantaggio. Il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, è il medico di Berlusconi. Eventualmente lo facciamo avvelenare e risolviamo il problema».

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