Con Burton i morti ridono più dei vivi
TIM BURTON, immaginifico e pirotecnico come sempre, torna all'animazione, dopo l'applauditissimo «Tim Burton's Nightmare Before Christmas». I pupazzi, anche qui, affidati sempre a quella curiosa tecnica detta «stop-motion» che, grazie alla plastilina, consente di creare personaggi totalmente di fantasia a mezza strada fra la maschera e la caricatura. Lo spunto, questa volta, non è Halloween, ma punta anche di più sul macabro rifacendosi a una vecchia favola russa su un giovane che, per disattenzione, si era sposato con una donna morta. Si comincia con dei preparativi di nozze: una giovane, Victoria, figlia di nobili spiantati, sta per sposare Victor, figlio di arricchiti. Appena si intravedono si amano, ma victor è così distratto che, provando la cerimonia di nozze infila l'anello in quello che crede un ramo secco e che è invece l'anulare scheletrico di una donna uccisa dal marito il giorno delle nozze. Così sposata, naturalmente, la «sposa cadavere» intende far valere i suoi diritti trasportando Victor, anche se è vivo, nel regno dei morti. Perché le cose si aggiustino ci vorrà del tempo e, soprattutto, la rinuncia della «sposa cadavere» che consentirà a Victor di unirsi legittimamente alla sua Victoria. Tim Burton, con una storia così, ha dato libero sfogo alla sua più pittoresca fantasia. Intanto una trovata: la terra dei vivi è sempre tetra, grigia, noiosa, il regno dei morti invece, è coloratissimo, pieno di canti e balli (anche se, a ballare, con gran frastuono d'ossa, sono degli scheletri). Seconda trovata, una sorta di musical che induce molti personaggi ad esprimersi tramite canzoni (in genere buffe). Terza e più fondamentale trovata, i personaggi, morti e vivi, tutti — salvo Victor e Victoria — fabbricati con tratti comicamente aberranti e non di rado anche mostruosi, con il gusto del gioco, dello scherzo e, in più momenti, della farsa. Resi ad ogni piè sospinto addirittura irresistibili da battute pronte a citare, con furbizia e malizia, o vecchi film, anche dello stesso Burton, o doppi sensi verbali tenuti sempre abilmente in equilibrio tra il macabro e il grottesco. Certo a qualcuno tutti quei teschi, quegli scheletri e quei defunti coinvolti in beffe di umor nero potranno dare anche un po' fastidio. Ma il divertimento che se ne ottiene dovrebbe riuscire a porvi riparo. Anche grazie a un cinema che sa sempre vincere.