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Vola da una missione all'altra cercando di esorcizzare gli orrori che lo circondano con champagne e belle donne

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«No mister Bond - risponde un po' spazientito Goldfinger - io mi aspetto che lei muoia». È uno dei brucianti scambi di battute di «Missione Goldfinger», libro scritto dal maestro dello spionaggio Ian Fleming e divenuto, nel 1964, un famosissimo film. Tutti sanno che Goldfinger non riuscì a vedere Bond tirare le cuoia, anzi, accadde il contrario e da allora, glorioso inizio degli anni Sessanta, ad oggi, sono molti che hanno sperato di vedere la fine della carriera dell'agente segreto più famoso del mondo. Ma James Bond, in arte 007, sembra avere più vite di un gatto e a più di quarant'anni dalla nascita si appresta a rinascere per l'ennesima volta. E nel terzo millennio torna spietato e sprezzante, come negli anni della Guerra fredda. È di questi giorni la notizia che il nuovo Bond cinematografico, che sembrava morto e sepolto dopo che una raffica di attori avevano respinto la parte (tra questi anche Pierce Brosnan e John Travolta), rinascerà biondo, con i lineamenti dell'inglese Daniel Craig. Il nuovo film si intitolerà «Casinò royale» e sarà pronto nel 2006. Ma sta per rinascere anche lo 007 letterario, protagonista di dodici romanzi e due raccolte di racconti, che doveva essere morto per sempre, visto che l'autore, l'impareggiabile Ian Fleming, è passato a miglior vita nell'ormai lontano 1964. Ma, niente da fare, Bond ci ha abituato in oltre quarant'anni di carriera, a continui colpi di scena e, anche dopo la morte del suo creatore, non ha voluto smentirsi. La Fondazione Fleming infatti, che detiene i diritti sul personaggio, ha incaricato un fior di romanziere, tal Raymond Benson, di rimettere in piedi lo spione che sembrava andato in pensione dopo la fine della tensione tra Usa e Urss e di metterlo al lavoro nel mondo dell'elettronica e dei computer. Benson (lui stesso membro della Fondazione Fleming), non si è fatto pregare troppo e forte della sua esperienza, è infatti un grande creatore di romanzi thriller, di spionaggio e ha lavorato a lungo spalla a spalla con Tom Clancy, ha rimesso in pista l'agente 007, nuovo di zecca. Ora Bond sta per arrivare, anzi per tornare, nelle librerie del Belpaese. Dall'8 novembre, per appassionati e non, ecco «James Bond 007 - Conto alla rovescia» (Alacrán Edizioni, 295 pagine, euro 16,80), primo titolo della serie con cui l'autore riporta il personaggio allo spirito originario di Ian Fleming. James Bond fa un salto di molti anni, arriva nel mondo di oggi, ma resta fedele a se stesso, anzi torna il duro dei primi romanzi. Uno 007 raffinato, ma dai modi estremamente decisi, cinico e romantico che si trova nel mezzo di avventure estreme, con tratti spettacolari e decisamente cinematografici. Benson, che alle spalle ha già più di un best seller (da ricordare tra tutti «Prima del buio»), ha preso di petto il problema. Non ha solo fatto il lifting a Bond. Lo ha clonato. «Ho sempre pensato che James Bond - ha dichiarato Benson mettendosi all'opera - fosse un forte bevitore, un gran fumatore e un donnaiolo impenitente». Cioè un uomo impossibile per un Terzo Millennio salutista e «politicamente corretto». Ma chi vuole come protagonista di romanzi di avventura un uomo possibile? Il personaggio che ne emerge è spigoloso ed estremamente complesso, lontano dal simpaticone senza pretese che spesso ci ha proposto il cinema. James Bond è una spia e un killer, ha visto orrore e morte, dai quali è continuamente disgustato, ma per fedeltà al suo Paese continua a portare a termine le missioni. Un uomo però non può reggere a una vita sempre sul filo del pericolo senza valvole di sfogo. Allora Bond affoga le mostruosità che lo circondano nello champagne ghiacciato, cerca la compagnia fugace di donne che non lo debbano piangere, nel caso gli capitasse l'inconveniente, non infrequente nel suo mestiere, di trovarsi in un vicolo con un paio di proiettili

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