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«Io e Adriano, mondi diversi»

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Penso a Report, programma di Raitre forte e coraggioso, ed a quegli appuntamenti di nicchia che riescono faticosamente ad emergere dalla grossolanità imperante e dalla voglia di fare scalpore, proprie del piccolo schermo attuale». Il dottor Renzo Arbore, recentemente insignito della laurea in Lettere honoris causa all'Università di Foggia, torna a riflettere sullo stato della Tv, dalla quale vuole ancora stare lontano, sottolineando che le ragioni delle emittenti commerciali dominano oramai le Tv generaliste e stigmatizzando che il campione d'Auditel è troppo rivolto verso il basso. Ed anticipando anche un suo particolare omaggio alla città di Roma. Dunque a suo parere le tendenze attuali, grazie alla massiccia offensiva dei reality show, fanno precipitare ancor più la qualità delle trasmissioni? «Purtroppo la Tv di oggi è deperibile, fondata sul contingente, su mode e tic del momento e perciò difficilmente replicabile. Io ho cercato sempre di proporre prodotti che non risultino caduchi e resistano ai mutamenti epocali televisivi. In quest'ottica a marzo del 2006 sarà replicata su Rai Sat Premium "L'altra domenica". E sempre per l'anno prossimo stiamo cercando una giusta collocazione su Raiuno, per la riproposizione di "Meno siamo e meglio stiamo", andato in onda da gennaio scorso a maggio, il sabato a tarda notte. Sono certo che tante gag e spunti di riflessione siano passati inosservati a quell'ora». È possibile che sia ospite di "Rockpolitik", il programma di Celentano? «Con Celentano siamo amici ma non sono stato invitato. Coltiviamo due maniere differenti di intrattenere il pubblico: la mia è più basata sulla leggerezza e la goliardia». Dove va secondo lei la Tv di casa nostra? «Le ragioni dell'emittenza commerciale hanno fagocitato tutta la Tv generalista. Io temo che nelle ore di massimo ascolto solo una piccola parte del campione d'Auditel risponda a criteri di cultura e di qualità. Esistono delle oasi come Rai Educational, i satelliti e le cosiddette fasce di nicchia, dove trovare ancora la Tv d'autore. È però troppo poco. L'ossequio all'ascolto spasmodico sta, purtroppo, promuovendo in Tv solo il gossip». Niente Tv. Quali sono i suoi prossimi progetti artistici? «Sono previsti in uscita un cd ed un dvd che racchiudono rispettivamente il concerto da me tenuto alla Carnegie Hall di New York e quello svoltosi a Piazza del Popolo, a Roma, a giugno scorso. In quest'ultimo dvd, un prodotto tutto romano, saranno inseriti alcuni motivi eseguiti nel classico dialetto della Capitale, in compagnia di Greg e di Max Faiella». Nessuna tournée, dunque? «Sto per partire per gli Stati Uniti dai quali tornerò a metà novembre e dove terrò non solo una serie di concerti. Sarò anche protagonista di alcune serate evento, tra cui una a Miami. Qui, infatti, esiste un "Renzo Arbore day" promotore di una serie di iniziative tra cui l'ultima è un premio che mi verrà consegnato per il mio contributo alla divulgazione della musica nel mondo». Lei che è un grande esperto di comunicazione televisiva, non ritiene dunque possibile la riproposizione della cultura in Tv? «Al contrario. Credo che basterebbe poco per trasformare un intrattenimento basato su un concetto di bassa e media cultura in una forma di comunicazione più alta e dignitosa ma egualmente accessibile alla vasta platea televisiva».

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