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Angela: «Vi spiego perché l'uomo è poligamo»

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Tra qualche giorno in libreria, perché lo ha scritto? «Mi piace scrivere da sempre. Ho scritto trenta libri. Questo ultimo è un libro semplice che spiega il ruolo dell'amore nella storia dell'evoluzione della vita sulla terra». In che senso? «Nel libro si evidenzia la diversità fra l'uomo che può essere padre di tanti figli e ha quindi la tendenza ad essere poligamo e la donna che può essere mamma solo di un numero limitato di figli e ha la tendenza ad essere monogama. Da qui la nascita dei problemi sulla certezza della paternità». Lei è un padre felice? «Sì, assolutamente. Ho un figlio maschio e una figlia femmina e sono anche nonno». La famiglia è un valore? «Certamente. È uno dei pilastri della società. Ma non da ora, da sempre». E la sua famiglia? «La mia era una famiglia unita. Sono nato a Torino. I miei genitori erano piemontesi, mio papà medico, mia mamma casalinga. Ho anche una sorella». Come ricorda la sua infanzia? «Ho vissuto il periodo turbolento della guerra. Sono riuscito fortunatamente ad evitare il servizio militare: il conflitto terminò quando avevo 16 anni». A scuola era uno studente modello? «No. Solo alle elementari ero bravo. Conseguita la maturità classica mi sono iscritto alla facoltà di ingegneria ma ho abbandonato gli studi per seguire una mia grande passione». Quale? «La musica. Suono tuttora il piano e sono un grande appassionato di jazz». E la radio e la televisione? «Sono entrato in Rai come cronista e collaboratore del giornale radio negli anni Cinquanta. Una selezione. Incominciai a lavorare in piccole radio sulle cronache locali. Poi arrivò il telegiornale. Corrispondente dal 1955 al 1968 prima da Parigi poi da Bruxelles. Insieme ad Andrea Barbato ho condotto la prima edizione del tg delle 13,30. Fui anche il primo conduttore del Tg2». E la scienza nelle sue trasmissioni quando è arrivata? «Con una serie di documentari. "Il futuro nello spazio" dedicato al progetto Apollo che poi portò gli astronauti sulla Luna. Fu allora che iniziò una fortunata serie di trasmissioni sull'informazione. Poi "Quark". E tanti altri appuntamenti di successo». Le piace vedere la televisione che ama fare? «C'è spazio per tutti e per tutto in televisione. Bisogna scegliere. Io ho scelto quel che ho scelto e non mi sono mai pentito».

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