Dribbling
Sembrerebbe proprio lui, magari rivisitato da un designer col complesso d'Edipo, eppure la nuova tendenza della mobilità urbana va anche oltre. Ricordate il Segway? Il «mezzo a trazione umana» che rivoluzionò il concetto di mobilità qualche anno addietro? Ormai è un bene di largo consumo, costa tra i tre e seimila euro, con tanto di finanziamento personalizzato, dispone di tutti gli accessori del mondo ed è stato anche utilizzato per scopi militari (c'è in listino il modello «military»). Bene, oggi è già quasi preistoria e l'ultimo salone dell'Auto di Tokyo, non è altro che la conferma. Dal paese della nano-tecnologia, del salva-spazio e del tutto ovunque (senza compromettere il comfort... ovviamente!) arrivano le idee che affolleranno le metropoli del futuro. Il più gettonato, tra i fortunati visitatori dell'avveniristica mostra nipponica, è senza dubbio l'I-Swing Toyota: una sorta di grosso triciclo che sfrutta i «vecchi» concetti del Segway, ma dispone di una terza ruota anteriore che ne consente un corretto uso su strada. Come si guida? Con un joystick ovviamente, ma per vederlo sulle nostre strade bisognerà aspettare ancora un bel po'. Arriverà invece molto prima (prezzo tutto da stabilire) il «piccolo» Yamaha Divide. Sembra una cavalletta su due ruote, e in parte lo è. Per saltare dal traffico urbano al bagagliaio dell'auto, od al corridoio di casa. Si piega in due, con l'ausilio di un meccanismo motorizzato e una volta aperto raggiunge le dimensioni di una Graziella: anche se la linea senza dubbio è più intrigante. Che roba è? Un motorino elettrico, ma non solo: la Yamaha lo definisce un «metal art commuter» (informazioni www.Yamaha.com). L'Italia non sta a guardare e porta proprio il marchio del centro studi Aprilia l'insolito Magnet. Difficile da attribuire a una vera e propria categoria, ma si tratta di un tre ruote, dall'aspetto molto cattivo, che sembra una Formula Uno. A partorire la «bestia» infernale è stato Heikkiy Naupalää, un «creativo» finlandese cui sembra che il freddo del nord non abbia intaccato la forte passione per i motori che si porta dentro sin da piccolo. Tutto bello, tutto affascinante, ma di cose da usare subito? Ancora poche, se non fosse per i piccolo monopattini ormai disponibili con ogni propulsioni e a costi ragionevoli. Si parte dai 100 euro dei modelli elettrici (disponibili anche in versione «cinese) ai cinquecento dei più curati, ricchi di optional con tanto di sellino incorporato. Anche qui però c'è un «ma», perché secondo il codice della strada italiano, non sono mezzi regolamentari. Troppo «grandi» per essere catalogati tra i giocattoli, «senza pedali» per entrare nella schiera delle bici, senza omologazione per essere riconosciuti come motocicli. Una sola la soluzione «regolare». Chiedere l'omologazione, applicare la targa come allo scooter e, ovviamente, indossare il casco regolamentare. Ma allora, conviene davvero?