Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Giannini narratore e tanti telefilm Usa Ecco la rete dei delitti

default_image

  • a
  • a
  • a

Protagonista del nuovo canale anche Giancarlo Giannini, che proporrà i classici della narrativa del mistero: da Poe a Conan Doyle, con lettura dei testi e ricostruzioni. Tra i «fiori all'occhiello» di Fox Crime c'è CSI, apprezzatissimo negli States e anche in Italia (è andato in onda su Italia 1 e Foxlife), che narra le avventure di un'unità speciale della polizia scientifica, c'è poi «Law&Order», altro telefilm di grande successo, ma a dare il via alla programmazione del nuovo canale sarà una serie tutta italiana. Il 31 ottobre alle 21 i riflettori si accenderanno su «Delitti», programma di produzione originale tricolore sui grandi casi di cronaca nera del '900 italiano, in otto puntate. Scritta da Gabriele Immirzi e prodotta dalla Wilder per Fox International Channels Italia, con la collaborazione dell'Istituto Luce e del periodico «L'Europeo», la trasmissione spazierà dal caso Montesi a quello Fenaroli, da Rina Fort al caso del boia dell'Albenga. «Delitti» proporrà ricostruzioni in stile teatrale («abbiamo cercato di fare un lavoro alla Lars von Trier», afferma scusandosi per l'altisonanza del paragone Immirzi) con modellini e un montaggio molto curato del materiale d'archivio. Tutti gli aspetti del crimine saranno esaminati con esperti come Francesco Bruno e Enzo Rava. Il canale prevede più di 1.000 ore di programmazione originale e 100 ore di produzione inedita italiana: documentari, biografie dei protagonisti del crimine, testimonianze di persone coinvolte in eventi misteriosi. Tanti i telefilm made in Usa: grandi classici dell'investigazione militare come «Jag» e «Navy NCIS», poi «Traffic», «Profiler» e altri. Il nero dagli occhi azzurri Gary Dourdan (forse è questo che incuriosisce tanto le signore) non si è risparmiato nel manifestare l'entusiasmo per la nascita di Fox Crime e per essere uno dei protagonisti di Csi. «La possibilità di lavorare a Csi la considero una vera e propria benedizione - ha confessato l'attore - non sarei a Roma adesso e non avrei mai raggiunto il successo che ho raggiunto senza questo telefilm». Ma quando si parla di delitti, quelli veri, non nasconde che il ruolo che interpreta, un poliziotto della scientifica, proprio non va d'accordo con la sua vera natura: «Non invidio affatto le persone che fanno quel lavoro per tento tempo. Nella vita normale non lo farei mai». Ma svela anche di non avere paura del sangue o delle ferite, ma non per coraggio: «Da ragazzo ne combinavo di tutti i colori e più volte sono finito all'ospedale». Ma telefilm come Csi possono convincere i criminali, quelli veri, a cambiare mestiere? «Mi sa di no - ammette Dourdan - qualcuno dice che li aiutiamo nel loro mestiere».

Dai blog