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di MARIDA CATERINI UNA SCOMMESSA vinta, una sfida nella quale aveva creduto e che aveva chiesto di affrontare da solo.

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Allora, Baudo, qualche magica alchimia è dietro la formula vincente della sua «Domenica in?» «Solo una semplice considerazione: ero certo che non tutto il pubblico del pomeriggio festivo poteva gradire la grande offerta di calcio presente sulla Tv generalista e satellitare e cercava un'alternativa. La mia è una maniera soft, elegante e garbata di intrattenimento, cerco, inoltre, di sviluppare, nello spazio dedicato ai ragazzi, la fantasia delle nuove generazioni tarpata dai troppi giochi tecnologici. La grande richiesta di partecipazione alla mia fascia del contenitore domenicale da parte dei grandi personaggi del mondo dello spettacolo, è una chiara indicazione della validità della formula che rimarrà invariata pur arricchendosi di ulteriori spunti creativi». Scontata, dunque, la sua opinione negativa sui reality show. Ha anche benevolmente sollecitato Simona Ventura ad utilizzare un linguaggio pulito nell'Isola dei famosi. «Il problema non è Simona Ventura che pur avendo un modo di esprimersi forte, non è mai scorretta. Il problema è il reality che propone un mondo ai limiti, nel quale vale il detto latino homo homini lupus. Insomma mancano valori e sentimenti positivi». Si discute tanto oggi, di libertà in Tv. Lei crede che il nostro piccolo schermo goda di libertà di espressione? «Credo fermamente che il nostro sia un paese libero in cui il pluralismo sotto tutti gli aspetti, sia una realtà. Lo dimostrano non solo le performance televisive su cui tanto si discute, ma anche la quantità di pubblicazioni giornalistiche e letterarie. Sinceramente non vedo nessuna dittatura. Ma la libertà deve esercitarsi in maniera rispettosa, mentre oggi troppo spesso, soprattutto in Tv si rincorre l'effettaccio, la volgarità, la polemica, anche grazie a personaggi che spesso escono fuori dal loro seminato». Si riferisce forse ad Adriano Celentano? «Io sono un grande ammiratore di Celentano che considero un personaggio carismatico come pochi altri. Ma ogni volta che appare in video scoppia un cataclisma. Forse perché, spesso ad alcuni artisti, come a lui, l'arte di cantare non basta più e cercano nuove esperienze». Lei è favorevole alla presenza di politici nel varietà? «Assolutamente no. Ritengo difficile per un politico spogliarsi del suo aspetto pubblico, che finisce sempre per prevalere, ed immedesimarsi nel privato dinanzi ad una telecamera». Lei ha rinunciato alla politica per la Tv. Crede che il piccolo schermo risentirà della campagna elettorale del 2006? «È da un anno che viviamo in un clima da campagna elettorale troppo violento, simile, quasi a quello del 1948, quando però la consultazione politica aveva un ben differente significato. Penso a quanto si poteva realizzare per il paese se non ci si fosse affossati in una tale atmosfera». Vespa e Mentana. Chi preferisce? «Li seguo entrambi con uno zapping particolare. Vespa è classico, Mentana è "scapricciatiello", perciò ha bisogno di più tempo per imporsi». Tornerà anche in prima serata? «Ho un'idea che potrei realizzare tra aprile e maggio. Intanto domenica prossima avrò come ospiti Antonella Clerici, Giucas Casella, Pippo Franco».

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