UN LIBRO A 30 ANNI DALLA SCOMPARSA
Adesso, a trent'anni dalla sua scomparsa, grazie al perenne ricordo che ne ha conservato la sua vedova, Maddalena, si pubblica un sontuoso volume che, sulla base anche dei suoi archivi privati, ne ripercorre in modo ragionato e sapiente il suo fecondo itinerario di artista. Il volume che molto puntualmente si intitola «Il cinema e la costruzione dell'artificio», è il frutto di una intelligente ricerca svolta a Pisa a livello universitario, d'intesa anche con le università di Pavia, di Firenze, di Bologna e di Torino. Il tema, che il volume rispecchia anche nel titolo, documentandolo ampiamente, è «Il teatro di posa e la costruzione dell'artificio: Pisorno e altri teatri di Antonio Valente». Perché Pisorno? Perché fu proprio in quella località, nei pressi di Tirrenia, che Valente progettò degli stabilimenti cinematografici attivi fino a qualche anno fa, curando anche le architetture di altri stabilimenti, uno a Roma al Tiburtino e un altro a Bucarest, mentre, nel frattempo, provvedeva alla costruzione di quella che è, anche oggi, la sede del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il volume approfondisce il senso e i valori funzionali e architettonici di queste costruzioni dando però anche spazi ampi a quella attività di scenografo per il cinema in cui Valente ottenne a suo tempo consensi unanimi, facendone quasi un pioniere del settore. Con bozzetti, così, fotografie, valutazioni storico-critiche, vengono illustrate le imprese più valide di Valente scenografo, come, un esempio per tutte, la sua lunga collaborazione con Gioacchino Forzano, da «Campo di maggio» a «Fiordalisi d'oro», a «Sei bambine e il Perseo», al «Re d'Inghilterra non paga», con speciali attenzioni, in questi due ultimi, anche ai costumi. E con una direttrice di marcia che, in quel cinema in cui molti seguivano la cosiddetta «linea-Lumière, o della riproduzione della realtà», risultò sempre indirizzata a farsi ispirare, invece dalla «linea-Méliès, o della costruzione dell'artificio». Quella che gli consentì di imporsi con le sue creazioni più valide. Il volume le illustra, il nostro cinema ancora le ricorda. G. L. R. Antonio Valente «Il cinema e la costruzione dell'artificio» ETS, 196 pagine, 25 euro