Vittorio e il dono dell'ubiquità
Riprende (ma c'è chi dice che non abbia mai smesso) ad informare il resto del pianeta, delle sue attività, dei progetti, dei guai (e questa è la parte più corposa). Cecchi Gori torna (e c'è sempre chi dice «ma quando se n'è andato?») e lo fa alla grande sfoderando senza troppo clamore una prerogativa divina: il dono dell'ubiquità. L'altra notte alle 0,51, ora delle streghe, dei vampiri e dei ladri di polli, si è materializzato davanti agli occhi dei suoi fedeli contemporaneamente su Raiuno, evocato a «Porta a porta» dal gran sacerdote Bruno Vespa e su Canale 5, nel sacro tempio di «Matrix», con la vestale Enrico Mentana. Il telespettatore notturno, colto alla sprovvista durante lo zapping, è caduto in estasi davanti al soprannaturale, apprendendo che il servizio pubblico a quell'ora non aveva nulla di meglio da fare che riproporre la registrazione di un «Porta a porta» con Vittorio e Valeriona che dibattevano di sesso e altre amenità. Si vedeva perciò il Vittorio del passato, ancora con la Marini. Su Matrix invece, rigorosamente in diretta, c'era l'aggiornamento al presente, con Vittorio da solo. Enrico Mentana, evidentemente allarmato dagli ascolti non prodigiosi, ha pensato (ma come gli è venuto in mente?) di risollevare le sorti del programma con un'intervista al Vittorione nazionale. Insomma da una parte servizio pubblico e dall'altra servizio privato, ma la minestra è sempre quella. Non c'è che dire, al telespettatore hanno fatto proprio un bel servizio. A. A.