Una mostra sulla malinconia da 2500 anni compagna dell'uomo
Un viaggio lungo 2.500 anni fatto di storia ed arte, filosofia e medicina, teologia e letteratura, raccontato ed interpretato attraverso 250 opere di grandi artisti, riunite per la prima volta in «Malinconia, genio e follia in Occidente». La malinconia antica, la prostrazione volontaria dei cristiani del III secolo nella solitudine del deserto, le immagini di lutto e afflizione del Medio Evo, i figli di Saturno (astro della contemplazione), il Rinascimento con la "follia divina" di Marsilio Ficino, la morte di Dio e il Romanticismo, la depressione dei tempi moderni: questi alcuni dei temi suggeriti dal percorso della mostra, che in diverse epoche e in diverse forme esprimono lo stesso malessere che da sempre accompagna l'uomo. La "melankolia", l'accidia o "bile nera" che affliggeva i greci, è raccontata, a partire da Ippocrate, attraverso oggetti, sculture e dipinti. Diversi i rimedi con cui nell'antichità si cercava di curare la malattia di Saturno: pietre preziose, perle e coralli ma anche corni di rinoceronte e l'acquilegia, il fiore della malinconia. L'"età dell'oro" della malinconia si identifica senza dubbio con «Melancolia», la famosissima incisione di Durer, che non a caso è posta nel cuore dell'esposizione.