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Scandali di provincia in salsa texana

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PRIMA VISIONE

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UN'OPERA prima italiana. L'ha realizzata però un autore-attore, Fausto Paravidino, già abbastanza noto sia in teatro sia in tv. Una provincia tra Piemonte e Liguria che, come insinua il titolo, si vorrebbe confrontare, almeno da un punto di vista letterario, con un certo tipo di provincia americana. Tre momenti, tutti collocati all'interno di un sabato sera. Uomini e ragazzi alla ricerca di uno scopo, anche dell'amore, naturalmente, nonostante, quelli già sposati, tendano a ricercarne dei nuovi. L'occasione che si ripete è una festa, con molte bevande, nella casa della più ricca del gruppo, poi da lì, puntando di più su casi singoli, si passa alla vicenda della maestrina del paese che, pur sposata, intreccia una relazione con il fratello di un suo allievo, suscitando non solo pettegolezzi ma furie varie, a cominciare da quelle del padre del suo giovane amante, indifferente alla morale ma, essendosi candidato a sindaco, solo preoccupato che quello scandalo possa mettere a rischio la sua campagna elettorale. Poi, dopo molte fratture, tutto rientrerà nell'ordine. O quasi... Quei sabati e quei festini non riflettono molto ordine narrativo e i tanti personaggi che vi si evolvono in mezzo stentano abbastanza a proporsi con fisionomie ben definite, quando però l'intreccio si stringe attorno al caso della maestrina l'azione ha modo di precisarsi con una sua logica e i caratteri non tardano ad acquistare un loro segno, in equilibrio fra il patetico o il drammatico. Con cifre in cui il dolore, la rassegnazione e lo sconforto vengono fatti a poco a poco levitare: per creare, anche su tutto il resto, un'atmosfera in cui, appunto, il vuoto di una certa vita di provincia riesce a farsi avanti. In linea con le intenzioni dell'autore. Gli interpreti hanno un peso soprattutto quando ci si presentano in gruppo. Però vi emerge in mezzo Valeria Golino nelle vesti della maestrina, prima moglie depressa, poi amante vinta da una passione erotica, quindi, con umiltà, confinata in un destino di ripulse. Dominate con modi saldi e mai esteriori.

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