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di EUGENIO ZACCHI NELLA nostra attualità, dopo gli eventi drammatici dell'11 settembre, ...

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L'indifferenza voluta o l'ansia dell'attesa rimangono sostanzialmente le costanti che dividono l'opinione pubblica. Il romanzo di Ian McEwan, «Sabato» (Einaudi, 292 pagine, 17.50 euro) ha tutte le credenziali per rappresentare oggi questa scottante attualità. Il protagonista, Henry Perowne, autorevole neurochirurgo, conduce una vita colma di tranquille soddisfazione: un lavoro gratificante, una moglie avvocato di successo, una figlia poetessa e un figlio chitarrista blues in carriera. La loro esistenza scorre nell'armonia fino a quando un incidente interromperà, proprio di sabato, giorno deputato al relax e al godimento dei propri affetti, una realtà pacifica per introdurre il seme della minaccia che sconvolgerà ciò che prima si riteneva irreversibilmente "pianificato". Ancora una volta McEwan ci stupisce per "l'intelligenza dell'anima" che lo contraddistingue, come ha affermato il sindaco di Roma, Walter Veltroni, intervenuto giovedì all'incontro dell'autore con il pubblico presso l'Auditorium della capitale. «I suoi libri non sono mai uguali a se stessi» - ha proseguito il sindaco - e mi sento debitore dal momento che fa capire come vivere il proprio tempo. Nei romanzi di McEwan c'è sempre un'altra cosa da vedere oltre a quella che appare. È molto bello il contrasto tra letteratura e scienza. Infatti il contrasto tra la razionalità di Hernry Perowne e il sogno in cui vivono i suoi figli è una delle doppiezze del nostro tempo. Il mondo fa fatica a trovare grandi valori, persino grandi leadership. Sabato è sicuramente il volume più politico di McEwan, il più carico di inquietudine, ma anche di speranza». L'autore stesso ha sottolineato l'importanza della musica come fonte di stupore costante e di fascino senza fine per la sua caratteristica dominante di pura razionalità. Il figlio del suo protagonista, chitarrista blues, resta il simbolo della libertà e dell'energia delle giovani generazioni. In realtà, le vicende narrate invitano il lettore a un'attenta riflessione sulla nostra attualità dove gli "adulti" si fregiano di certezze o attendono la soluzione di una minaccia che li nevrotizza, e i giovani restano il cuore pulsante di una quotidianità che si nutre di speranze per un futuro più benefico. Lo stesso McEwan ha ribadito che «ai nostri bisogni non è più sufficiente salvare vite e non c'è più bisogno di religioni. Ci può essere la possibilità di trovare la trascendenza anche nella razionalità. Ci può essere un ateismo dal sangue caldo. Le religioni come l'Islam o il Cristianesimo sono troppo colme di certezze, ci vogliono i dubbi! Nel mio romanzo ci troviamo in piena tragedia greca, in pieno determinismo biologico. Da una parte c'è una mente intelligente, duttile, dall'altra una mente votata al disfacimento. La mia storia ha come tema centrale il libero arbitrio e invita a considerare la possibilità di prendere in mano il proprio destino». Il nostro infatti, non ha risparmiato il ricorso a eventi reali come la presenza di Tony Blair e l'introduzione di elementi personali nelle vicende dei suoi personaggi. A proposito di Blair, McEwan ha narrato di un loro incontro: «Stavo con mia moglie, lui è piombato su di noi, mi ha stretto la mano dicendomi: mi piace molto il suo lavoro, ho due dei suoi quadri in casa!».

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