Wes Craven: «I miei incubi? Le forbici dei censori e Bush»
Regista il cui nome è associato principalmente a celebri film come «Nightmare» o la seguitissima saga di "Scream", che dal 21 ottobre arriverà nei cinema italiani con il nuovo thriller «Red Eye». Interpretato da Rachel McAdams («Due single a nozze»), Cillian Murphy («Batman Begins») e Jack Scalia, volto noto in Italia per la serie televisiva «Tequila e Bonetti». «Non è un film dell'orrore - si affretta a precisare il cineasta famoso per la sua sfrenata immaginazione nonchè capacità di atterrire e meravigliare il pubblico - ma un thriller psicologico. Non ci sono persone inseguite da un maniaco con il coltello da macellaio». La trama ruota intorno a Lisa, una giovane donna che odia viaggiare in aereo e che si ritrova su un volo notturno verso Miami. Una volta a bordo scopre con piacere di essere seduta accanto ad un ragazzo dalla faccia perbene ed affascinante. Ma subito dopo il decollo l'uomo mostra il vero volto, rivelando la ragione per cui si trova sul velivolo, ossia uccidere il vice segretario della sicurezza interna e Lisa rappresenta la chiave per il successo dell'operazione. Nella pellicola, imitando un po' il grande Hitchcock, Craven si ritaglia anche un cameo, facendo la parte di un passeggero in procinto di imbarcarsi all'aeroporto. «L'intreccio narrativo è focalizzato sul rapporto tra i due, non sull'azione terroristica - spiega Craven che ha appena prodotto il remake del suo «Le colline hanno gli occhi» - La storia è costruita interamente su di loro che rappresentano il confronto tra l'universo femminile e maschile. Lisa è una giovane donna d'affari che appare molto sicura di sè nel lavoro ma che comincia a rivelare, poco a poco, un terribile segreto che la rende vulnerabile. Chi le siede accanto invece ha una visione radicale delle cose, e deciderà di portare a compimento un lavoro senza far caso alle ripercussioni morali». Le riprese interne non sono state effettuate su un vero aereo, ma su uno ricostruito in studio assemblando dei pezzi originali fino a ricostruire in parte un Boeing 767. Ha ancora senso realizzare film così quando oggi la realtà è più spietata della finzione? «Spesso questo genere di film raccontano ciò che accade intorno a noi. Negli Stati Uniti proprio per non creare ulteriori allarmismi gli horror vengono brutalmente tagliati. La mia paura più grande? Ovviamente George Bush ma anche un censore che mi insegue tagliuzzando la pellicola del mio prossimo film».