Dal marciapiede al soglio di Pietro
Costata 22 milioni di dollari, a cui la Rai ha contribuito con 5,5 milioni di euro, la miniserie presta particolare attenzione all'ultima settimana di vita di Wojtyla, svelando per la prima volta frasi del Papa, atmosfere ed avvenimenti ancora sconosciuti e ricostruiti grazie alla collaborazione di personaggi vicini al defunto Pontefice come Joaquin Navarro Vals. Il premio Oscar Jon Voight, padre dell'attrice Angelina Jolie, interprete di film che vanno da «Un uomo da marciapiede» fino a «Il mistero dei templari» nel 2004, con grande commozione parla del suo approccio con Papa Wojtyla che non ha mai conosciuto personalmente e di una sorta di premonizione che già venti anni fa, lo aveva quasi destinato a calarsi nel ruolo del Pontefice. Come si è preparato ad una interpretazione destinata a segnare la futura attività artistica di un attore? «Ho subito avvertito l'enorme responsabilità di comunicare alla gente le tante sfaccettature umane, religiose, personali, persino artistiche di un Papa che è stato anche poeta, drammaturgo, scrittore, sportivo, oltre che gran conoscitore dell'animo umano al quale si è sempre avvicinato con infinita umiltà. Certo in futuro mi calerò in altri ruoli, ho già in cantiere due film negli Stati Uniti, ma quell'atmosfera di grande commozione e di spiritualità creatasi sul set di "Giovanni Paolo II" rimarrà irripetibile». Quali sono le sue tendenze religiose ed in quale maniera hanno influito sulla sua interpretazione? «Sono cattolico e credente. E mi sento in sintonia sia con Papa Wojtyla sia con Papa Benedetto XVI perché il mio nonno paterno era slovacco mentre quello materno era tedesco. La fede mi ha fatto comprendere che il grande sentimento di affetto creatosi intorno al Pontefice nell'ultima settimana di vita e durante la sua agonia, andavano al di là della devozione: rappresentavano la consapevolezza della gente di non aver sfruttato appieno il dono di aver avuto un Papa di tale portata storica. Insomma forse se ne è compresa la grandezza solo alla sua morte». Lei parla di una sorta di premonizione avuta venti anni fa che avrebbe interpretato Papa Wojtyla. Di che si tratta? «Mi avevano proposto, a metà degli anni '80, di recitare in un'opera scritta dallo stesso Pontefice il quale aveva sollecitato la mia presenza nel cast proprio per interpretare lui stesso. Forse si trattava de "La bottega dell'orefice". Quando mi hanno proposto di diventare Wojtyla in una fiction ho capito che il Pontefice mi aveva come toccato e scelto. Perciò la mia sfida nel renderne appieno la personalità è stata forte ed impegnativa». Lei è il padre di Angelina Jolie a sua volta premio Oscar nel 1999. Cosa pensa di sua figlia come attrice? «Sono orgoglioso di lei e non solo come artista. Ritengo sia portatrice di una forte energia indirizzata ad aiutare la gente che la circonda».