«Addio cinema, il futuro è nelle fiction»

Con la rivelazione a sorpresa che presto realizzerà una miniserie anche per Mediaset. In un colloquio a tutto tondo, la Fenech oltre ad anticipare i futuri impegni professionali, rivela la propria opinione sulla situazione attuale del cinema e della Tv e particolari inediti sulla sua vita privata. Dopo le recenti tre fiction interpretate da Sabrina Ferilli per Raiuno, ha in cantiere altri progetti con l'attrice? «Amo far scrivere storie su misura per la Ferilli e certo ce ne saranno altre sia per lei che per Giorgio Panariello rivelatosi un eccellente attore drammatico. La mia sfida è portare all'attenzione del pubblico vicende di spessore umano che coniughino i toni della commedia all'impegno civile». La sua fedeltà alla Rai sarà però, tra breve tradita. Cosa farà per Mediaset? «Abbiamo in cantiere una miniserie in due puntate che sarà una sorpresa assoluta nel campo della fiction per i contenuti e l'importanza degli interpreti». Cosa pensa come produttrice della qualità della fiction di casa nostra? «Diventa sempre più interessante per la capacità di coinvolgimento che sta dimostrando. È il genere del futuro secondo una tendenza non solo italiana ma europea ed addirittura internazionale. Certo progetti scadenti esistono dappertutto. Ma è il cinema in questo momento che mi preoccupa maggiormente». Ritiene anche lei che la crisi del grande schermo di casa nostra sia inarrestabile? «Il problema di maggiore gravità è rappresentato dalla scarsa consistenza degli aiuti di cui il cinema usufruisce. La crisi delle idee attualmente esiste in tutto il mondo e tocca anche Hollywood e gli stati Uniti che, in mancanza di creatività, realizzano per il grande schermo remake di fiction televisive. Bisogna fare di più nel rispetto della tradizione del nostro cinema». Quali sono le pellicole cinematografiche da lei prodotte di prossima uscita? «A novembre arriverà "Fragile" presentato a Venezia lo scorso agosto fuori concorso. Tra breve sarà nelle sale anche "Il regista di matrimoni" con la regia di Marco Bellocchio. Ed ho in cantiere di produrre una bellissima storia in costume ambientata nell'Ottocento per il grande schermo». Ha avuto difficoltà a farsi accettare come produttrice in un ambiente tradizionalmente dominato dagli uomini? «Ho avuto la fortuna di iniziare con Carlo Bernasconi a Mediaset che, con la bellissima fiction "Il coraggio di Anna", mi ha accordato fiducia. È stato forse il mio più bel lavoro insieme a "Un bambino di nome Gesù". Ma nel corso degli anni successivi mi sono confrontata con la difficoltà di far accettare i miei progetti in un periodo in cui il piccolo schermo non aveva molta disponibilità economica e la lista dei produttori più noti ed accreditati di me era troppo lunga. In questo mestiere, però, le difficoltà non finiscono mai». L'ha giurato: mai più nel ruolo di attrice. Ma chi è Edwige Fenech nella vita? «Mi considero gratificata come madre perché mio figlio oggi è un affermato manager nel settore automobilistico e lavora in Francia dove vive anche la mia mamma e dove mi reco appena libera dagli impegni di lavoro. Amo anche guardare la Tv e confrontare le offerte italiane con quelle straniere».