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Solo i faccia a faccia tra Jennifer e Jane assicurano qualche sorriso alla commedia

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IL TITOLO inglese, «Monster-in-law», consentiva più agevolmente il gioco di parole con «mother-in-law», e cioè «suocera». Il concetto, comunque, resta quello e fa riferimento preciso al vetusto luogo comune dei perpetui dissidi fra suocera e nuora. Qui, in questa commediola americana diretta da Robert Luketic («La rivincita delle bionde») si tratta addirittura di dissidi che precedono le nozze perché in campo c'è una donna bella, giovanile e terribile (cui dà volto Jane Fonda dopo quindici anni di assenza dagli schermi), decisa a impedire che il suo unico figlio prediletto si sposi una ragazzina di professione cameriera e custode di cani con la faccia furba e molto latina di Jennifer Lopez. Questo figlio, anche se medico, è così tonto che proprio il giorno in cui la madre ha perso un importante incarico in una televisione privata le presenta, per un tè, la sua fidanzatina, certo di vederla bene accolta. L'altra, pur segretamente furiosa, fa buon viso, con ipocrite blandizie, ma più tardi passa all'attacco, decisa ad impedire con ogni mezzo, anche i più crudi, quelle nozze annunciate. Trova però pane per i suoi denti perché la ragazzina, nonostante la sua aria ingenua, non è meno terribile di lei. Così fatalmente si arriverà al giorno tanto deprecato delle nozze e la suocera, ormai tale a tutti gli effetti, ammainerà le vele. Non proprio rassegnata. Tutto giocato su quegli scontri e su quei caratteri delle due tanto diversi quanto tanto simili al momento di passare all'attacco. Lo scopo, unico e dichiarato, è quello di divertire e un po' ci si riesce, ma non si può dire che quella guerra fra donne abbia sempre i colori giusti perché la sostengono elementi così prevedibili e facili da risultare quasi soltanto mezzucci. Però al centro ci sono quelle due attrici per la prima volta una di fronte all'altra ed è giusto riconoscere che Jane Fonda, pur nelle vesti per lei insolite di un personaggio negativo, ce la mette tutta per sostenerlo con bizze, smorfie, sotterfugi che forse, qua e là, colorisce perfino troppo, ma che un certo risultato l'ottengono. Ben spalleggiata, oltre a tutto, da un'avversaria come Jennifer Lopez che, anche lei, quando si incattivisce, non resta certo indietro. In mezzo a loro sfigura molto, anche come personaggio sciapo, il franco-americano Michael Vartan già visto a suo tempo qui da noi in «Fiorile» dei fratelli Taviani e di recente, con Robin Williams, in «One Hour Photo»: anche lì, però, rimanendo di fianco.

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