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Cremonini a tutto amore

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Poi farei interpretare a Carmen Consoli "La cameriera dei giorni più belli" e a Mina "Mille galassie". A Gianluca Grignani proporrei di reinterpretare "Silvia stai dormendo". "Vorrei" a Gigi D'Alessio, a Max Pezzali "Qualcosa di grande" e ai Tiromancino "50 Special". "Gli uomini e le donne sono uguali" la darei a Jovanotti e "Padre madre" la facciamo fare a Ligabue». Cesare Cremonini ha le idee molto chiare e a pochi giorni, il debutto è fissato domenica all'Auditorium della Conciliazione, nella capitale, racconta entusiasta del suo «Maggese Tour» che non avrà come protagonisti alcune tra le voci più entusiasmanti della musica nostrana, ma impiegherà un'orchestra di 30 elementi, La Telefilmonic diretta dal maestro Levine Antrade che tuttavia raccoglie alcuni tra i più importanti musicisti inglesi. «Accettare le sfide - spiega Cremonini - è indice di coraggio. Andarsele poi a costruire con le proprie mani è voglia di mettersi alla prova, di imparare ancora, e quindi di crescere». Una scelta coraggiosa il «Maggese Tour» che vedrà il cantautore, impegnato nei più importati teatri della penisola, mettere da parte la componente "elettronica" che da sempre ha caratterizzato le sue esibizioni dal vivo per acquistare una dimensione più confidenziale con il pubbico. Per la prima volta verranno eseguiti i brani del suo nuovo disco «Maggese» accompagnati da alcune chicche musicali: «Il Pagliaccio», il brano cantato da una bambina di quattro anni nella ghost track di «Squerez» per la quale fu ripetutamente denunciato da genitori arrabbiati per aver impaurito i propri figli, e addirittura accusato di «satanismo», e l'altra «Dev'essere così», un brano che con il precedente dovrebbe trovare posto nel prossimo cd. Tra le sorprese dell'ultima ora Cremonini regalerà al pubblico «L'orgia» un tango di Giorgio Gaber. Infine verrà proposto anche il brano «St. Peter Castle», una fusion-track strumentale contenuta in una bonus-track di un singolo e già presentata con successo inaspettato durante il Bagus Tour del 2003. «Sono molto entusiasta di portare dal vivo questo spettacolo - spiega Cremonini. Questo è il risultato di un lavoro nato dalla voglia di confrontarsi anche con un pubblico adulto che ha acquistato il mio disco e che ha imparato a conoscermi». È un ragazzo di 25 anni molto spontaneo Cesare che, certo, sa come farsi voler bene; ma che, in questo momento, ha soprattutto voglia di raccontarsi. In prima persona: perché sui Lunapop se ne sono dette tante, e spesso si sono sentite versioni contrastanti, se non contraddittorie. Accompagnato dal fido amico Ballo, in questo incontro, Cremonini con schiettezza e tranquillità spiega il significato della parola «Maggese». «È un vocabolo forse poco conosciuto, ma che ha un forte significato, per me e per le persone con le quali condivido il progetto, a cominciare da Ballo» spiega l'autore. «"Maggese" è la condizione di un campo lasciato incolto perchè si rigeneri, affinchè possa dare nuovi frutti. Ed è per me la metafora dell'impegno, della concentrazione, del tempo trascorso a realizzare le nuove canzoni, a scriverle giorno per giorno, in una folle ma straordinaria attesa». Dodici sono le canzoni dell'album, che si ascolteranno durante il concerto. L'amore è ancora il tema dominante e declinato in tutte le sue forme. Quello passionale in «Le tue parole fanno male», quello tradito in «Stavo pensando che Dio», quello riflessivo in Momento silenzioso. Quando scrivo le mie canzoni - spiega Cremonini - mi sento come una donna, ridicolizzata da quella parte maschile di me che non vuole esternare la sua dolcezza per la paura di cadere nel ridicolo. L'uomo, oggi, purtroppo, scambia la sua virilità con la sua codardaggine. La paura di dire "ti amo" alla sua donna ne è la prova». E poi aggiunge: «Mi piace nelle mie canzoni sottolineare la perdita della ragione maschile c

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