Il disco «globale» di Ricky Martin
Il risultato del progetto della superstar del pop (circa 5 milioni e mezzo di copie vendute del suo cd inglese del 2000, «Sound Loaded») è un cd con 12 godibili brani, in cui accanto al tipico rock latino di Martin sono presenti vari stili musicali, dalle sonorità mediorientali agli archi di gusto asiatico, dall'hip hop al pop e al reggae. Richy ha battezzato «Life» il suo nuovo album, che la Sony Music distribuirà da lunedì prossimo, come ha confermato la pop-star portoricana, ieri a Milano. «Nel disco compaiono più mondi musicali - ha spiegato Martin - Mi piace definire "globale" questo lavoro, poiché coltivo il sogno di unire differenti stili di vita attraverso la mia musica. Il mio scopo è di rendere condivisibile "Life" dalle realtà culturali di tutto il mondo». E dal punto di vista emozionale come ha coltivato le sue ispirazioni? «Ho lavorato senza seguire nessuna regola. Ho messo a fuoco le mie emozioni seguendo un viaggio senza itinerari. Sono stati anni senza adrenalina, mi sono serviti per riprendere fiato, per assaporare le piccole cose, come parlare in strada con la gente comune. Ho cercato di ricominciare da zero, come se si trattasse della mia prima registrazione. Così, sono riuscito a creare un sound inedito. Il silenzio e il tempo sono stati i miei grandi alleati». Con il nuovo album ha voluto riproporsi in una versione meno latino-americana? «I clichè sono sempre dei limiti. Ho cercato sonorità diverse, ma credo che il rock etnico sudamericano sia ben presente anche nel nuovo album: si sente Cuba, si sente Manu Chao. Mi piacerebbe molto lavorare con questi musicisti anche sul palco, dal vivo. Così, come sarebbe una bella idea ospitare Jovanotti quando, nella prossima primavera, verrò in Italia per il mio tour che partirà dal Messico, a metà novembre». Durante il suo periodo di pausa si è mai sentito depresso per il distacco dal successo? «So bene che, in assenza dell'energia del successo, leggende come Elvis e Jim Morrison hanno cercato l'energia nella droga e si sono bruciati. Sono stato attento a non commettere lo stesso errore. Mi ha aiutato molto il lavoro della mia fondazione a favore dei bambini vittime di crimini, come la pedofilia».