PRIME DI CINEMA

di GIAN LUIGI RONDI IL West. Anche con la citazione del western perché Howard, il protagonista, è un attore di film western di serie B. La sua carriera, però, è in declino, così, stufo di tutto, un mattino, dopo una notte di stravizi, pianta in asso il set, il regista e il film che stava interpretando. Mentre lo insegue un assicuratore per fargli rispettare il contratto, lui se ne va nel Nevada da sua madre. Qui si sente dire che, trent'anni prima, una ragazza lo aveva cercato per dirgli che stava aspettando un figlio da lui. Incuriosito, raggiunge la donna nel Montana (sempre il West), proprio in quella cittadina che aveva ispirato Hammet per il suo «Raccolto rosso». Naturalmente non è ricevuto molto bene, specie dal figlio che è cantante nel locale gestito dalla madre. In quella si fa viva una ragazza, con in braccio un'urna in cui son custodite le ceneri della mamma, e gli dice di essere, anche lei, sua figlia, così Howard, scapolo impenitente, si trova all'improvviso ad avere una famiglia. Sarà però solo l'affetto della ragazza che gliela farà apprezzare perché il ragazzo e sua madre ci metteranno parecchio ad accettarlo. Non godrà però molto di questa sua mezza vittoria perché nel frattempo l'assicuratore, che lo ha pedinato in ogni sua tappa, lo riporterà indietro in manette, per restituirlo al set dove tornerà a rivestire i panni del cowboy. Questa saga familiare se l'è scritta e poi diretta Wim Wenders facendosi aiutare, nel testo, da Sam Shepard cui ha anche affidato la parte di Howard (vent'anni dopo averlo avuto protagonista in «Paris, Texas»). Quei figli che emergono all'improvviso lasciano un po' sconcertati, come pure l'atteggiamento ostile del ragazzo che si manifesta addirittura buttando i mobili dalla finestra...), ma quell'incontro di un disadattato con un luogo e una situazione in cui, forse, potrebbe trovare pace, è proposto non solo con felici attenzioni narrative ma, soprattutto, con una tecnica di rappresentazione che, in vari momenti, consente a Wenders delle pagine piuttosto convincenti: da quel suo girare attorno a Howard con la macchina da presa mentre, su un divano buttato giù dal figlio, se ne sta immobile un giorno intero e una notte, all'evocazione ispirata di quelle cornici del west che tendono volutamente a ricordare i film più classici di Ford, nostalgicamente oggi, quando il western sta finendo. Gli interpreti corrispondono: non solo, appunto, Shepard, in quel ritratto quasi disastrato, ma Jessica Lange, la madre del ragazzo, e Tim Roth, nelle vesti un po' strambe dell'assicuratore. La madre di Howard è Eva Marie Saint, mezzo secolo dopo «Fronte del porto».