Placido presenta «Romanzo criminale» sulle sanguinose gesta della Banda della Magliana
E io l'ho fatto». Orgoglioso come sempre, questa volta soltanto sfiorato da qualche polemica per presunta scorrettezza politica (sia da destra che da sinistra: il massimo per un autore!), Michele Placido presenta così lo straordinario cast degli interpreti di «Romanzo criminale», il suo nuovo film (tratto dall'omonimo best seller del magistrato-scrittore Giancarlo De Cataldo) in uscita il 30 settembre con 350 copie, tante quanto un film di Natale. Ma stavolta Placido ha ragione. A dar viso, corpo - ed in certe scene persino anima - ai componenti della banda della Magliana, di cui il film ripercorre le sanguinose gesta dal 1977 ai primi anni 90, c'è davvero il meglio delle nuove generazioni del nostro cinema. Da Stefano Accorsi-il commissario Scialoia (che ammette di essere stato «molto colpito dall'aver sentito alcuni poliziotti veri dire di altri colleghi che "avevano fatto carriera" con la banda della Magliana. Ecco, il mio Scialoia è uno di quelli!»), e Kim Rossi Stuart, il più bravo di tutti, nella parte del Freddo («Un ruolo negativo, di un ragazzo che invece di andare a lavorare preferisce uccidere e rubare: eppure un ruolo che ho amato moltissimo perché legato al concetto di amicizia, molto vivo anche tra i criminali»). Fino a PierFrancesco Favino-il Libanese e a Claudio Santamaria-il Dandi («un personaggio che è vissuto davvero, Enrico De Pedys, detto Renatino. Ho visto le sue foto prima e dopo l'ascesa nella banda, ed ho cercato di imitarne il comportamento: da bandito a boss dai gusti raffinati»). E poi Riccardo Scamarcio-il Nero, cui «sono bastati un paio di occhiali a specchio per ricreare il personaggio, ispirato a Danilo Abbruciati ed anche un po' a Giusva Fioravanti, uno che uccideva in un modo così violento, anzi, distaccato, da far provare ribrezzo persino a me che l'ho interpretato» e le due protagoniste femminili, la francese Anne Mouglalis e Jasmine Trinca. Una generazione d'attori che riporta in vita una generazione di banditi. La passione è la stessa. Gli obiettivi, per fortuna, no. «I miei anni settanta li ho rivissuti anche stavolta alla luce del cinema di maestri del cinema sociale, come Rosi, Petri, Damiani e Bellocchio. Una scelta che non sempre mi ha portato fortuna, visto che titoli come "Il delitto Ambrosoli" o "Meri per sempre" sono stati maltrattati se non ignorati - dice Placido, battagliero - Per questo, insieme agli sceneggiatori Rulli e Petraglia, ho voluto aggiungere anche qui degli elementi d'ambientazione storica come la strage di Bologna od alcune manifestazioni di piazza tipiche di quegli anni. Volevo far meglio comprendere che se la banda della Magliana oggi appare inquietante per ciò che ha fatto, lo è ancor di più se inquadrata nell'Italia di quegli anni che le ha permesso di compiere le proprie imprese. È stata una scelta precisa, di cui non sono pentito - aggiunge Placido, sollecitato da una domanda sull'ipotesi di un film su Tangentopoli e dintorni - al punto che mi candido ufficialmente a dirigere un film su Craxi e il suo entourage. Ci sono degli scheletri nell'armadio della nostra storia che chiedono di venire alla luce e di raccontare le loro storie!». E se per restare entro le due ore e mezza il film ha lasciato circa 40 minuti in sala montaggio («ma i tagli saranno recuperati nella versione in dvd» assicura Riccardo Tozzi di Cattleya, che ha prodotto il film) il coro delle tante voci, equilibrato, ne avrebbe risentito. «Con Placido - ricordano i protagonisti con emozione - abbiamo fatto una cosa che non succede quasi mai. Una specie di ritiro, in un agriturismo, in cui abbiamo passato alcuni giorni a parlare dei ruoli, a provarci i costumi, magari aggiungendo qualche indumento nostro ("io ho portato le mie mutande, che sono molto anni Settanta!" scherza Claudio Santamaria), e scegliendoci addirittura i personaggi!». Il regista conferma e aggiunge un particolare inedito: «Il film è piaciuto anche ad alcuni dei figli dei boss della Magliana (quasi tutti morti "in battaglia") che sono venuti anche a trovarci sul set