Antonio Ceccotti «Morucci non sembrava

un brutale pistolero»

..)io e altri compagni universitari costituimmo la frazione operaista del circolo universitario comunista(...). Rimasi folgorato dal libro di Mario Tronti perché la contrapposizione di classe la presentava come netta, assoluta, irresolubile. Perché divideva il mondo tra noi e loro, tra noi e i nemici(...). Con Morucci avevo un bel rapporto perché lui non sembrava un brutale pistolero, ma una persona semplice, dolce e disponibile al dialogo (...) anche se nel suo culto delle armi c'era qualcosa di maniacale e di malato(...). Jaro( Novak ndr) era uno che lavorava come un matto per Potere Operaio. Aveva una militanza di ventiquattro ore su ventiquattro. Era una persona squisita, gentile, disponibile, umana (...). Ricordo che veniva alle manifestazioni con un completo blu e con la cravatta e anche con la borsa e una volta in piazza si scatenava, usando la borsa come scudo. Anche questo caratterizza un po' lo stile di Potere Operaio, il voler essere, cioè, allo stesso tempo borghesi e rivoluzionari. L'odio contro Agnelli era bilanciato da una profonda attrazione per il potere(...). Franco Piperno era uno straordinario oratore, molto logico, molto aggressivo e molto cattivo con l'avversario che, se poteva, cercava di demolire anche personalmente. Politicamente era portato all'estremismo, alle semplificazioni, per cui o eri con lui o contro di lui. Era incapace di vero dialogo politico.(...). Negri era una persona di eccezionale capacità sul piano intellettuale, però le sue ricerche erano viziate da una grande disinvoltura filologica e tendenziosità, che arrivava addirittura alla falsificazione(...). Scalzone era una specie di Cristo in terra, di Socrate che dialogava con tutti, che non aveva vendette da compiere, molto generoso,che non strumentalizzava nessuno, che si spendeva completamente nel lavoro politico. Contraeva debiti per l'organizzazione, per il giornale, riuscendo a non pagare mai i fornitori perché li ammazzava di chiacchiere».