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Lampedusa si accende di note

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Baglioni ha aperto «'O Scià» con Morandi, Masini e Barbarossa

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Ieri sera Claudio Baglioni (nella foto) ha inaugurato la tre giorni musicale di Lampedusa nella quale il cantante romano fa da padrone di casa per una serie di ospiti famosi ai quali quest'anno si è aggiunto Bob Geldof, il creatore di Live Aid che oggi tornerà proprio sul palco di Lampedusa a indossare le vesti di cantante lasciate ormai da parte a causa degli impegni umanitari. I concerti si svolgono sulla spiaggia dove per tutto il pomeriggio ieri gli artisti hanno provato i brani che hanno presentato in serata: Baglioni ha pensato questa rassegna come una occasione per proporre in una veste diversa dal consueto i brani più celebri del suo repertorio e di quello degli «amici famosi» che vengono sull'isola. Ieri sera, per esempio, ci sono stati Luca Madonia, Gianni Morandi, Luca Barbarossa, Roberta Lanfranchi, Marco Masini e poi L'Aura. Tra le curiosità in programma una versione di «Get back» dei Beatles cantata da Madonia insieme a Claudio Baglioni. Oggi, oltre a Bob Geldof a Lampedusa arriveranno Gigi D'Alessio, Paola e Chiara, i Tiromancino, Biagio Antonacci. Del cast farà parte anche Claudia Gerini. Intanto Andrea Pietrolucci rappresentante legale di Baglioni e di altri cantanti ha fatto sapere che «le notizie relative alla mancata firma da parte degli artisti italiani che hanno partecipato al Live 8 della liberatoria per il Dvd è priva di fondamento perché in realtà si tratta di una differenza di interpretazione della giurisprudenza tra l'Inghilterra e l'Italia». «In realtà - aggiunge il legale - tutti gli artisti italiani hanno già firmato la liberatoria. Il problema è che non hanno firmato quella redatta dallo studio legale inglese, scelto dalla produzione internazionale. Sin dal primo momento il testo per gli artisti italiani è stato tradotto anche perché nel nostro codice non esistono alcune norme previste invece da quello inglese. Il problema - prosegue Pietrolucci - è nato a causa dell'atteggiamento dei legali inglesi che prima hanno posto la firma come condizione per cantare, poi hanno capito che era meglio lasciar cantare gli artisti e poi pensare alla firma. Ripeto, le liberatorie sono tutte firmate, ma nel testo italiano. Probabilmente visto che un paio di artisti, tra cui Jovanotti, hanno firmato il testo inglese, alcuni giornali italiani di oggi (ieri ndr) hanno fatto un po' di confusione».

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