L'isola felice dei piccoli editori
C'era una volta una mostra di piccoli editori, nata piano piano, per la passione del suo ideatore, per i libri e la letteratura. Un signore che sapeva che i piccoli editori non avevano grandi opportunità per farsi conoscere. Allora ecco l'idea: un castello antico circondato da un giardino, dove accogliere per due giorni i piccoli editori e i loro grandi libri per farli conoscere al pubblico. E dove lasciare il pubblico sfogliare, leggere, scegliere ed affezionarsi. Nei luoghi dove secoli fa vivevano cortigiani e bracconieri e si andava a caccia di cervi e cinghiali oggi la favola continua. Al Castello di Belgioioso si apre domani «Parole nel Tempo. Piccoli editori in mostra», appuntamento cresciuto fino a diventare punto di riferimento per l'editoria italiana. «Perché una mostra del genere? Forse perché in fondo siamo dei pazzi». E con questo termine, scherzando il "papà" della mostra, Guido Spaini, la dice tutta sulla passione ma anche delle difficoltà di essere piccoli editori in Italia oggi. «Parole nel Tempo compie quindici anni ma i tempi sono cambiati: se guardo il catalogo della prima edizione mi fa tenerezza scoprire che molti nomi ci sono ancora oggi ma mi fa effetto che altri siano invece scomparsi. Il mercato della piccola editoria ha una alta mortalità, nonostante i loro bei libri, in tanti si sono persi per strada: quello che muove è la passione, non certo l'idea di guadagno ma spesso "si cade" per mancanza di esperienza, specializzazione, professionalità». E oggi cosa è cambiato? «A Belgioioso, nel fine settimana saranno presenti duecentoquattordici piccoli editori, alcuni esordiscono qui. Ma oggi ci sono anche nuovi modi di fare editoria, e c'è un aspetto che ha modificato il lavoro degli editori stessi: in passato si diceva "piccolo è bello", uno slogan secondo me orribile. Oggi i tempi sono cambiati perché sono più duri, bisogna vedersela con i grandi, quei cinque, sei colossi. Per questo anche l'editoria di nicchia ha dovuto imparare a fare i conti col mercato, acquisire logiche imprenditoriali e di produttività e questo ci fa ben sperare». Sperare va bene, ma viene da chiedersi se «Parole nel Tempo» non sia solo "un'isola felice". Un luogo fantastico dove il pubblico, per due giorni, trova un'ampia proposta editoriale, fa una sana indigestione di piccoli editori (dati recenti dicono che i due giorni al castello facciano vendere quasi più che ad un grande salone del libro) ma che poi durante l'anno, in libreria non riesca ad individuarli con la stessa facilità. «Certo, Parole nel Tempo è un'isola felice perché è vero che negli scaffali delle librerie è ancora difficile farsi vedere - osserva l'ideatore della mostra - del resto come sarebbe possibile farsi largo tra i trentamila titoli che escono ogni anno? Senza contare che i grossi editori possono lanciare un libro in grande stile, e che la distribuzione è ancora un problema. E invece il piccolo editore avrebbe bisogno che i suoi libri fossero presenti e più visibili; che il libraio, anche se quello di una volta non esiste forse più, li trattasse diversamente, che li coccolasse quasi perché hanno bisogno di più tempo per essere digeriti dal lettore che va alla scoperta tra gli scaffali». «Parole nel Tempo» però anche una serie di incontri con autori ed editori e quest'anno, tra gli eventi, «Il Novecento di Bernardo Bertolucci nelle immagini di Angelo Novi" (Catalogo MUP Editore): mostra fotografica che celebra il film nel trentesimo anniversario della sua lavorazione. Opportunità per "entrare" in alcune memorabili scene girate nelle strade della cittadina gonzaghesca di Guardastalla dove gli abitanti ancora ricordano la presenza quotidiana di attori come Stefania Sandrelli, Robert De Niro, Gerard Depardieu. In programma la mostra dedicata a «Intellettuali nel paese di Olivetti. Ricchezze d'autore dall'Archivio Storico Olivetti di Ivrea» e come consuetudine, uno spazio dedicato ad un giovane artista: le sculture di Sara Righi. Al di là d