Gelmetti: «I giovani imparino da Mozart»
RIAPRE LA STAGIONE DELL'OPERA DI ROMA CON «LE NOZZE DI FIGARO»
Il nuovo allestimento vede all'Opera una triade di sicuro impatto, Gigi Proietti alla regìa, Quirino Conti per scene e costumi, Gianluigi Gelmetti direttore stabile dell'Orchestra del Teatro dell'Opera, ai quali dobbiamo il grande successo popolare del «Don Giovanni» e de «Il flauto magico» mozartiani, presentati a piazza del Popolo rispettivamente nel 2002 e nel 2004. Maestro Gelmetti, questo nuovo appuntamento con Mozart scaturisce dai precedenti successi? «Sono i successi che scaturiscono da Mozart. Ho sempre sostenuto che questo compositore non deve scomparire nemmeno un solo anno dalla programmazione di un teatro lirico: l'opera di Mozart, al di là della compiutezza musicale, è veicolo di armonia interiore, di equilibrio spirituale, di misura etica, elementi basilari specie per i giovani. Perciò mi sono battuto per la sua massima diffusione fuori dai luoghi deputati, certo che - presentandola adeguatamente - il pubblico di ogni estrazione sociale l'avrebbe compresa e amata. E così è stato». Dopo le esperienze al Rossini Opera Festival, i dieci anni con l'Orchestra della Radio di Stoccarda, la direzione musicale all'Opera di Roma e di Sidney, lei seguita a pensarla così, anche ora che ha compiuto sessant'anni e può fare un bilancio della sua vita musicale? «Il mio compleanno non c'entra, non è una fermata, e quanto ai bilanci non ne faccio, vivo senza avvertire che il tempo passa e la musica mi accompagna in un flusso ininterrotto. Però posso affermare che ho lavorato onestamente, ho fatto il massimo, questo è il mio punto fermo». Eppure anche lei nella carriera ha avuto momenti bui, quando al Teatro dell'Opera subentrò al maestro Sinopoli, trovando una situazione ingovernabile e un'orchestra in rivolta: non è così? «Fu indubbiamente un momento difficile: l'orchestra doveva essere incoraggiata e non deprezzata, l'Opera era avvilita e infangata dalla stampa e dagli addetti ai lavori. Però ci siamo messi tutti insieme a volere la ripresa, non fui solo: abbiamo fatto audizioni acquisendo strumentisti ottimi, sicchè oggi dopo sei anni questa orchestra è stimata da tutti e il Teatro attraversa una fase di grande slancio, riconosciuta ovunque». Anche lei vive un momento felice della sua esistenza: sua moglie sta per darle una figlia, Bianca Laura, e afferma che lei ha guidato la sua intera vita, avendola presa per mano a diciotto anni. «Anche per questa gioia mi ritengo un uomo felice. Se un bilancio debbo farlo, è la gratitudine a Dio. Però la fortuna me la sono creata da solo, ho perso mio padre a sedici anni, ho umilmente lavorato da ragazzo con la chitarra nei ristoranti per sostenermi. Ma la musica mi ha dato forza e mi sento giovane anche ora».