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La Siae riparte con Assumma

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Forte dei 50 voti su 51 ottenuti ieri dall'assemblea degli autori e degli editori, il neoleletto Giorgio Assumma invoca l'unità dell'associazione, dopo i mesi tormentati che hanno visto cadere una dopo l'altra le presidenze di Franco Migliacci e Ivan Cecchini. E mentre sottolinea che l'autonomia dell'ente «è inviolabile», Assumma guarda al futuro, con l'intenzione di adeguare statuto, regolamento e legge sul diritto d'autore. Il settantenne avvocato romano è tra i massimi esperti nelle questioni del diritto d'autore, con una vita professionale spesa nel campo della editoria e dello spettacolo. «Finalmente una scelta che trova l'accordo di tutti», commenta il forzista Asciutti, presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama. Convocata ieri mattina, dopo la rinuncia a luglio di Ivan Cecchini (avvenuta proprio per la mancanza di un accordo in Parlamento) e dopo un agosto che ha visto anche il cambio alla direzione della Società, con Angelo della Valle al posto di Gianni Profita, l'assemblea dei soci Siae era quasi al completo. In sala 51 membri su 64, un numero di presenze, commentano dalla società, «assolutamente nella media». L'accordo sul nome di Assumma, c'era già. E il voto non ha riservato sorprese. Lo statuto richiede una maggioranza dei due terzi dei componenti e il suo nome ha raccolto ben oltre, registrando in pratica l'unanimità dei presenti e un applauso durato oltre due minuti. Dall'opposizione, il Verde Cortiana e il deputato della Margherita Colasio chiedono che non si perda altro tempo: «governo e parlamento ratifichino al più presto la nomina», dicono. E anche da fronti interni alla Siae, i rappresentanti dei sindacati confederali intervengono per applaudire alla nomina.

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