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DOPO IL BATTIBECCO AL CAMPIELLO

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«Scurati mi vuole morto»

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Nel suo romanzo «Il sopravvissuto», Scurati parla di un professore di filosofia, unico risparmiato da un suo studente che, il giorno degli esami orali, uccide tutti i membri della commissione. E sabato sera, durante la finale trasmessa del Campiello trasmessa su Raiuno a tarda notte, lo scrittore stava per dire chi avrebbe potuto scegliere di uccidere, emulando il protagonista del suo romanzo. Avrebbe fatto proprio il nome di Vespa, ha confessato ieri Scurati, se il giornalista non l'avesse fermato. Nel libro, tra l'altro, c'è una parodia feroce di Porta a porta, e in particolare delle trasmissioni sul delitto di Cogne. «Mi è venuto istintivo assumere un atteggiamento di sfida con Vespa» ha detto ancora Scurati. Vespa, invece, spiegando che Scurati il suo «nome purtroppo l'ha fatto» aggiunge: «Sto scrivendo un libro sulle stagioni dell'odio. Non farò a Scurati l'onore di una citazione, ma le sue frasi e la carica di odio con cui sono state pronunciate confermano quanto questo sentimento sia purtroppo attuale e diffuso. Io in trasmissione ho cercato di sdrammatizzarle, lui le ha enfatizzate dopo la chiusura della cerimonia con affermazioni molto gravi nei confronti». Pronta la smentica di Scurati: «Non odio Vespa e gli auguro lunga vita. E aborro ogni tipo di violenza».

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