Giulietta e Romeo Per Cocciante sono un mito pop
Anteprima benefica al Colosseo del nuovo musical del cantautore
Un'opera "pop" ovvero popolare, sullo stile di Notre Dame de Paris secondo le intenzioni dello stesso Cocciante: un'opera che sarà «popolare, elegante e, soprattutto, al passo con i tempi. Siamo nel 2000 e, nel mio "Giulietta e Romeo" ci sarà l'elettronica, il punk, il rock». One man show, quindi, per un Riccardo Cocciante di raso bianco vestito, lì a declamare su un palco a mezzaluna. Due ore e mezza di copioni da leggere, recitare, cantare scorrendo gli occhi su un testo "a rima baciata", semplice e comprensibile a tutti. E se c'è un duello d'amore da mettere in scena e l'attore è uno solo non è un problema per Cocciante, che affronta il pubblico così come affronta un nemico immaginario: l'importante è rendere l'idea di «Giulietta e Romeo» e registrare le reazioni della plarea per perfezionare l'opera, un "work in progress". Dall'altra parte William Shakespeare, il mostro sacro. Accanto a lui la tragedia stessa, che alle spalle vanta una tradizione secolare che va da Luigi da Porto e arriva fino alla canzone rock dei Dire Straits passando per le novelle di Bandello: innumerevoli le interpretazioni dell'opera. E lo spettacolo di Cocciante? Non c'è critica che tenga davanti a delle prove generali eseguite per una folta platea di 350 ospiti su basi registrate. Qualcosa di finito e compiuto? Va rintracciato solamente nel testo di Panella che termina con un «perché?», punto interrogativo a commento della vicenda che, puntualmente nella tragedia, rimane senza risposta. Nobile, al contrario, il fine: aiutare l'Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Per vedere il vero spettacolo «Romeo e Giulietta», infatti, bisognerà aspettare il tour del 2007 - ancora devono prendere il via i provini per gli attori - che partirà dall'arena di Verona: città-ossessione che riecheggia per tutta la tragedia che, in questo caso, sembra cucita sulla scenografia naturale dell'arena. L'assaggio dell'altra sera è stato un "unicum" con cui il cantautore ha voluto rendere omaggio alla Capitale e che è servito a spegnere le 40 candeline dell'associazione fondata da Umberto Veronesi: un euro per ogni biglietto staccato del musical in tour fino al 2015, verrà devoluto all'Airc, un'enormità. A fare il resto ci ha pensato la spendida cornice dell'Anfiteatro Flavio (volume degli amplificatori rigorosamente basso per non far torto alla soprintendenza archeologica e in rispetto delle rovine che ne avrebbero sofferto), l'elegante platea formata da oltre trecento invitati: una serata più mondana che canora, quindi. Il dopoteatro si è svolto in un luogo esclusivo: la terrazza della protomoteca in Campidoglio, infiocchettata con sedie di vimini, tavoli rotondi e tovaglie rosse attorno ai quali, dopo lo spettacolo, si sono seduti gli invitati che hanno traslocato dal Colosseo al Comune. Tra gli ultimi ad arrivare Riccardo Cocciante e Pasquale Panella - gli incontri con la stampa e il cambio d'abiti hanno fatto perdere tempo a entrambi. Tra i primi ad arrivare Monica Setta, Marisela Federici, Giorgio Forattini, Anna La Rosa e la figlia Allegra, Fabrizio Frizzi, Carlotta Mantovani, Maddalena Tronchetti Provera, Lisa Melidoni Vanzina, Sandra Mondaini con l'immancabile Vianello, Gigi Marzullo, Claudio Petruccioli con signora, Antonio Martuscello e consorte.