Un'oasi di poesia nel castello errante di Miyazaki
QUEST'ANNO Hayao Miyazaki è stato il primo regista del cinema di animazione a ottenere a Venezia il Leone d'oro alla carriera. Più che meritato, anche per risarcirlo di aver vinto l'altr'anno, con questo splendido film nelle nostre sale in questi giorni, solo un piccolo premio «per il contributo tecnico», mentre il film precedente, «La Città incantata», aveva avuto un Oscar e l'Orso d'oro a Berlino. Alla base, questa volta, c'è un romanzo di egual titolo di una scrittrice inglese per ragazzi, Diana Wynne Jones. L'ambientazione, perciò, è inglese o, almeno, occidentale, ma Miyazaki è riuscito a reinventarla al di fuori dello spazio e del tempo, in cifre in cui la favola, anche al di là del testo originale, si impone con la più sbrigliata fantasia, facendo sognare e incantando. Si parte da una ragazzina diciottenne, Sophie, che fabbrica cappelli in un negozio appartenuto a suo padre. Un giorno si imbatte in un ragazzo, Howl, che, essendo un mago, la salva da una aggressione trasportandola in volo. Una strega cattiva allora la trasforma in una vecchia novantenne, tremula e grinzosa, e la poverina, fuggendo disperata, finisce proprio nel castello del suo salvatore che ha una particolarità curiosissima, «cammina» dove il suo proprietario comanda, spinto da un demone del fuoco che non accetta però di buon grado quella faticosa incombenza. Così quando Sophie riuscirà un po' a sottrarlo al dominio di Howl, le restituirà, per magia, il suo aspetto da diciottenne. Ma prima che Howl si innamori di lei e tutto arrivi al lieto fine ci vorranno altre avventure in un alternarsi, attorno, di varie guerre combattute soprattutto con fantasmagorici areoplani. Un profluvio di eventi meravigliosi. Intanto quel castello, che è una macchina semovente, ansante, sbuffante, scricchiolante, non dissimile, spesso, da una creazione mostruosa. Poi i tanti personaggi attorno, non solo Howl, sempre pronto a subire (o a volere) coloratissime mutazioni, ma uno spaventapasseri che cammina e che nasconde in sé un principe biondo, un cagnolino misterioso, un'altra maga che siede in trono come una regina, un ragazzino dedito con affetto alle sorti di Howl. Con immagini di totale suggestione, con ritmi pronti a coinvolgere. Mentre, in mezzo, spaziano oasi tenere, aperte alla poesia. L'animazione, insomma, quando è nelle mani di un maestro. G. L. R.