Berté: «Il disco me lo sono fatta da sola»
Ora vuole partecipare al programma di Celentano: «Aspetto che mi chiami»
Vi ricordate le mie sparizioni a "Music Farm"? Dietro c'era il grande Celentano. È stato lui a consigliarmi di sparire, di far inquadrare la mia stanza vuota, la spesa nel supermercato e tutto il resto. Infatti ha funzionato. E allora sapete che vi dico? Ora voglio andare nel programma di Adriano, mi propongo, sono già qui che aspetto la sua chiamata e se non mi chiama mi piazzo davanti allo studio e rimango lì giorno e notte». È una Loredana Bertè straordinariamente motivata quella che si ripresenta sul mercato con l'atteso nuovo disco, «Babybertè», un disco grintoso, carico di rabbia, musicalmente assai competitivo. Un disco emotivamente faticoso, sostanziale, di grande impatto, esistenzialmente doloroso, come molte cose che riguardano la cantante calabrese. Però stavolta, proprio alla luce di questa pubblicazione, è il caso di rivalutare la Bertè cantante, disposta a tutto pur di affermare ciò che altri hanno tolto al suo essere artista discussa e discutibile. Colpita negli affetti e nella professione, vulnerabile come poche, Loredana ha voluto questo disco a tutti i costi, stringendo i denti quando la meta sembrava allontanarsi. Ora il disco è uscito, lei può esserne più che fiera, anche se i problemi devono ancora iniziare. Allora Loredana, cominciamo dagli amici coinvolti nel disco, sono tanti? «No, se permette cominciamo dal fatto che mi sono fatta un disco da sola, perché nessuno mi voleva. Da anni. Ho venduto milioni di dischi, ho sempre lavorato generosamente, ho un pubblico che mi adora e nessuno mi voleva. Ho fatto debiti e accettato ridicoli ruoli televisivi pur di fare questo disco. Vuol sapere quanto mi è costato»? Me lo dica lei. «450 milioni». Diciamolo in euro, fa un altro effetto. «Ma quale euro. Ho pagato tutto io dalla sala ai musicisti. Non solo. Voglio precisare che si tratta di un disco totalmente analogico, non c'è elettronica. Quando sono entrata in sala per la prima volta e ho visto tutti quei computer ho cacciato tutti. Ma che fate i musicisti o i commercialisti? Con tutti quei computer adatti a chi non sa suonare. Con i musicisti sono stata chiara: voi fate finta di suonare, io faccio finta di pagare». È stato a quel punto che Lele Melotti, il batterista, ha ripreso in mano le spazzole? «Bravo». Ma a parte l'aspetto imprenditoriale, parliamo di musica. «Tutte palle. Parliamo del fatto che nessuno voleva questo disco, che è stata un'impresa titanica e che nessuno ha simpatia per una donna che impone il suo pensiero». Lei però l'ha fatto? «Si, ma adesso sono in un mare di casini. Per questo voglio andare da Celentano». Ci sarebbe anche Renato Zero? «Renato è un vecchio amico da quarant'anni. Ci vogliamo bene ma litighiamo spesso». Se la prenderà per il suo inserimento nel disco? «Macchè. Non avendo telefonino, io ho ancora una semplice segreteria telefonica. Molti dei messaggi che mi arrivavano li ho conservati, e così Renato è finito nel disco. Però c'è dentro anche la sua "Deliri a 45 giri", puro inno del vinile. Mi sono divertita molto a cantarla. Per gentile concessione della Zerolandia. Grazie». Fra le cover spicca anche «Una storia sbagliata» di Fabrizio De Andrè, periodo Massimo Bubola. Perché? «Mi è sempre piaciuta. Qui il grazie, e di cuore, va a Dori Grezzi, sincera amica». E arriviamo a «I ragazzi italiani», testo di Lucio Dalla e Francesco De Gregori, musica di Ron. «Questa non è una novità: è il mio bis da anni. E comunque sono tutti contenti, anzi, sono ospite nel nuovo disco di Ron». E Asia Argento? «Carina, deliziosa, una bomba. È un po' come ero io tanti anni fa. È lei la protagonista dei tre video tratti dall'album: "Mercedes-Benz", "Io ballo sola" e "Notti senza luna". Nei video indossa i miei vestiti anni Settanta-Ottanta, compresi gli occhialini che ho acquistato a Rio. Però si è fregata tutto». In conclusione Loredana, a chi è rivolto questo disco? «A tutti coloro che ancora credono nell'entusiasmo e nei poteri forti della musica. Basta con questa musica inutile, stupida, senza capo né c