«La mia musica esce da un film»

Incontrarlo è un tuffo al cuore, un sussulto dell'anima: lo choc che si avverte per l'assalto del suo sentimento di eternità è unico e indimenticabile. E, certo, Gray non poteva centrare immagine più efficace per rappresentare il senso di immobilità e l'invito a riflettere sullo scopo dell'esistenza del suo cd che la Warner Music distribuirà dal 9 settembre, «Life in slow motion» (Vita in movimento lento). I 10 brani dell'album sono stati registrati in circa due anni e arrivano a tre anni di distanza dall'ultimo cd («A New Day At Midnight») del trentasettenne cantante e compositore inglese, giunto al grande successo nel '98 con «White Ladder», venduto in oltre 6 milioni di copie in tutto il mondo. «È un album realizzato con l'intento di evocare immagini, scene del film della nostra vita - ha spiegato, ieri, a Milano, Gray che a gennaio ritornerà da noi per un tour di 3 settimane - Il lavoro comprende elementi utilizzati nel cinema che vengono dalla mia collaborazione con la regista Amma Assante per la colonna sonora del suo film "A way of life". Sono partito da lì e poi ho aggiunto altre canzoni». L'album è il risultato di un grande sforzo produttivo che ha coinvolto ben 50 musicisti. La musica colpisce per l'abbondante uso di strutture classiche, tranne in "Slow Motion" che, invece, è un tipico brano pop. Perché questo contrasto? «Forse quel pezzo non c'entra con lo spirito riflessivo, con gli spazi riempiti di memoria, con la lentezza dell'album. Però, c'è bisogno di impeto, di un'esplosione che spacchi l'intensità del bilancio esistenziale, proprio per rilanciarlo. Siamo così abituati ad analizzare la realtà con velocità televisive che abbiamo avvelenato la mente e le percezioni, confondendo la vita con un programma tv». Il disco è autobiografico, come i suoi precedenti? «Sicuramente, c'è tanto di me nell'album, ma l'ho realizzato pensando a differenti punti di vista degli spettatori di uno stesso film». Pensa di continuare a scrivere per il cinema? «Mi piacerebbe molto. Ma preferirei lavorare per il cinema europeo piuttosto che per quello industriale di Hollywood: Inghilterra, Francia, Italia, Spagna. Ho nel cuore "Nuovo Cinema Paradiso", di Tornatore, e ho visto due volte "Il postino", con Massimo Troisi. Il mio sogno è di realizzare una musica essenziale e fantastica, come quella del "Terzo uomo", con Orson Welles».