Lucarelli: «Ora indago sugli anni '70»
Carlo Lucarelli, romanziere, narratore, affabulatore televisivo, è il primo a emozionarsi e a indignarsi. Per il nuovo ciclo del suo «Blu notte», cinque puntate la domenica in prima serata su Raitre dall'11 settembre, ha deciso di non restare indifferente agli anni '70, alla violenza politica di quell'epoca e alla pericolosa strategia della tensione. Ricomincia così e con una puntata emozionalmente shock: Piazza Fontana. «Prendo i fatti e li metto in fila in modo che creino emozioni, il mio contributo è quello del narratore. Dietro ci sono ricerca, documentazioni, un grande lavoro redazionale», spiega Lucarelli che da sette anni, come dice il direttore di Raitre Paolo Ruffini, «fa la tv per passione». Il suo format - un'inchiesta gialla arricchita di docu-fiction, impreziosita della sua capacità narrativa, in studi tv sempre spettrali e per ciò stesso inquietanti - in questi anni di misteri italiani ha compiuto un'unica evoluzione: il contenuto. Dai casi di singoli omicidi privati alle mattanze, mafiose o come nel caso del nuovo ciclo politiche. Per il resto c'è sempre il suo gesticolare (oggetto persino di imitazioni nei varietà), il suo look scuro a incupire la puntata, il suo coltivare la memoria in un modo che è tranquillizzante e ansiogeno al tempo stesso. Un mix di successo che ha fatto di «Blu Notte», firmato dallo stesso Lucarelli con Giuliana Catamo, un programma molto apprezzato anche dai giovani. «Raitre ricomincia la nuova stagione - dice Ruffini - subito con un programma forte come Blu Notte. Cerchiamo così di dare una forte caratterizzazione alla nostra domenica autunnale, prima con le inchieste storiche di Lucarelli poi con quelle di attualità di Milena Gabanelli con Report». L'analisi del pubblico ha evidenziato come una percentuale ampia e inattesa di spettatori di Blu Notte sia di giovani e giovanissimi, persone che difficilmente hanno vissuto alla stessa epoca dei fatti raccontati. «Ed è soprattutto per loro che facciamo il programma - aggiunge Lucarelli - sperando che il pubblico non rimanga indifferente». Il nuovo ciclo racconta storie vecchie di 30 anni e più, ma affatto dimenticate. Come l'emozionante prima puntata: «12 dicembre 1969: la strage di Piazza Fontana. Un processo senza fine». Diciassette morti, 100 feriti, l'Italia sotto shock, tutta Milano ai funerali, la madre di tutte le stragi «di stato», l'inizio della strategia della tensione, la parola fine con processi che in 35 anni non hanno portato a colpevoli. Il 18 settembre la puntata è su Mauro De Mauro, il giornalista siciliano rapito e ucciso a Palermo nel '70; il 25 settembre dallo sbarco alleato in Sicilia nel '43 alla caduta del muro di Berlino una puntata sul ruolo e gli intrecci dei servizi segreti Usa in Italia. Il 2 ottobre si analizzano le violenze politiche degli anni '70 e il 9 si chiude con l'assassinio di Pier Paolo Pasolini 30 anni fa. Si riprende a primavera, tre puntate di Blu Notte sulla criminalità organizzata e gli intrecci tra mafia e politica.