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È vero che i fratelli Grimm hanno scritto delle favole per far paura ai bambini, non capisco però il ...

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Per non parlare di una vecchissima strega pronta, per diventar giovane, a bere il sangue di bambine e chiedere, ad ogni piè sospinto, chi sia «la più bella del reame». L'unica trovata, che non è poi neanche una trovata, è di descrivere all'inizio i due fratelli come degli imbroglioni intenti a speculare sulle superstizioni della gente di campagna inventando mostri che poi, con guadagni lauti, fingevano di esorcizzare; mentre gli occupanti francesi, ormai votati al Secolo dei Lumi, tentavano di sventare i loro trucchi. Il resto, quando, finiti i trucchi, coinvolge i due nelle stesse trame spesso angoscianti delle loro favole, è solo un susseguirsi rumoroso di scontri con foreste che camminano, lupi che ululano, incantesimi da sciogliere — anche con il bacio a un rospo o quello per far resuscitare una fanciulla — badando solo al chiasso ed al fracasso. Certo, con ritmi addirittura affannosissimi, con immagini, anche figurativamente molto ricercate, che ricostruiscono con perizia sia l'epoca sia le magie, ma con tale vuoto attorno — nonostante lo si voglia far sembrare pieno, anzi pienissimo — da lasciare, anziché impauriti, come forse si voleva, a dir poco sconcertati. Nonostante nei panni dei... Grimm Brothers ci siano Matt Damon e Heath Ledger, efficaci, e nonostante la strega, prima orripilante poi bellissima, sia la nostra Monica Bellucci. Da lodare almeno per il suo coraggio ad imbruttirsi. Tutt'altro clima, invece, in «Persona non grata», il film convincente dalla prima pagina all'ultima che il grande Krzystof Zanussi, ha realizzato, come polacco, anche in co-produzione con l'Italia. Uno scontro psicologico fra due diplomatici, uno polacco, uno russo; una trama sottile che sembra costruirsi solo su un intrigo quasi giallo (spionaggio, documenti rubati, sospetti ad ogni angolo); con un ulteriore più lacerante sospetto: quello che in gioventù il diplomatico russo abbia avuto una relazione con la moglie del polacco, ora deceduta. Zanussi regge le fila di tutto con mano maestra, incisivo, lineare anche nei grovigli, nitido e disteso nel linguaggio. Con il sostegno di alcuni fra i maggiori interpreti polacchi, da Zbigniew Zapasiewicz a Daniel Olbrychaki, a un russo dei più noti, Nikita Mikhalkov. Una gioia ascoltarli, e vederne le mimiche.

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