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Piacciono a tutti i cow boy con il vizietto

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Il regista, il quale ha detto che dopo questo film si fermerà per almeno un anno per poi dedicarsi ad un genere comico, recita se stesso, sdoppiandosi tra mondo simbolico e onirico. Dopo la proiezione del film, applaudito tiepidamente, nella conferenza stampa presentata dallo stesso Marco MÜller, è stata offerta a Kitano una scultura della scuola vetro di Murano sul tema del doppio. È giunto, intanto, per la prima volta sul Lido, David Cronenberg per presentare «Red Cars», libro con copertina di alluminio che raccoglie uno script inedito, mai diventato film e 194 immagini, tra foto dell'archivio Ferrari e disegni di motori. Stampato in un'edizione limitata di mille copie, il libro contiene in allegato un modellino Ferrari 156 F1, protagonista della storia. E mentre i biglietti in vendita per il «Casanova» di Hallstrom, che verrà proiettato oggi, sfumavano in pochi minuti, uno dei film più favoriti, «Brokeback Mountain» veniva presentato dal regista Ang Lee, destando interesse e ammirazione da parte di una folta platea di giornalisti. L'operazione era senza dubbio difficile, ma Lee è riuscito a realizzare un'intensa storia d'amore tra due cow boy, senza cadere nella retorica né negli stereotipi. Lo scandalo del film è forte non tanto per le scene di sesso, peraltro mai volgari, quanto nella forza dei sentimenti che ossessionano, non solo due uomini, ma due cow boy, per antonomasia simbolo del machismo sfrenato nell'antica tradizione americana. Distribuito dalla Bim, in Italia il prossimo anno e tratto dal racconto omonimo di Annie Proulx, il film è ambientato nel Wyoming degli Anni Sessanta, dove s'incontrano Ennis Del Mar (Heath Ledger) e Jack Twist (Jake Gyllenhaal), assunti come pastori dal rancher locale da Joe Aguirre (Randy Quaid) e mandati a pascolare le pecore sulla grande montagna di Brokeback. La loro amicizia si trasforma in amore, un amore che dura vent'anni, nonostante i due si sposino regolarmente con tanto di prole a carico. «Ho scelto di fare questo film - ha spiega il premio Oscar Ang Lee, di origine taiwanese - perché volevo raccontare una storia universale di sentimenti. Non ho fatto il film per le comunità gay, né per aprire dibattiti politici. L'elemento più difficile da affrontare è stato quello di far crollare il mito del Wild West: Ennis e Jack nascondono il loro amore, in un mondo dove troppo spesso non si ha coraggio di esprimere i propri sentimenti». I due protagonisti, Jake Gyllenhall e l'attore australiano Heath Ledger (al Lido anche per il «Casanova» di Lasse Hallstrom e per «I fratelli Grimm» di Terry Gilliam), hanno dichiarato di non aver avuto alcuna difficoltà nell'interpretare un mandriano, una figura universale in tutto il mondo. Anche il presidente dell'Arcigay, Franco Grillini, ha detto che il film di Ang Lee «racconta finalmente l'amore omosessuale come è, identico a quello etero: è una storia che aiuta la comunità gay, anche perché rappresenta l'amore che dura una vita». Oltre al divertente «Initial D» diretto da Andrew Lau e Alan Mak - un cult adrenalinico per i patiti delle play station - è stato presentato ieri fuori concorso il film «Fragile» dell'enfant prodige del cinema horror spagnolo, Jaume Balaguerò. Interpretato da Calista Flockart - moglie di Harrison Ford che l'ha accompagnata sul Lido - Richard Roxburgh ed Elena Anaya, il film è una ghost story, acquistata per l'Italia da Luciano Martino, Edwige Fenech e Pierfrancesco Aiello, distribuito dalla Nexo e nelle sale da novembre. Annuncio a sorpresa, infine, dal presidente Croff, il quale è tornato ieri sul tema del Festival del Cinema di Roma, che sarà presentato proprio sul Lido, l'8 settembre. «Il rapporto tra Roma e Venezia sarà

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