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È goffo e vanitoso Napoleone all'italiana

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Eppure, nel grande rifiorire di interesse che ruota attorno alla figura dell'imperatore in questi ultimi anni, sono ora in preparazione due film che lo propongono reinventato «all'italiana». Il primo film è il classico kolossal hollywoodiano: il titolo è ancora da definire e nei panni dell'imperatore dei francesi ci sarà il più italoamericano degli attori Usa: Al Pacino. La regia sarà affidata a Michael Radford per la produzione di Barry Navidi (lo stesso trio di «Il mercante di Venezia). Napoleone-Pacino sarà, con presumibile scandalo dei francesi, vecchio, sconfitto e invaghito di una adolescente. «Ci concentreremo sugli ultimi anni della vita di Napoleone - ha spiegato il produttore Navidi - quelli trascorsi in esilio. Per la storia ci baseremo sui diari della giovane inglese Betsy Balcombe, che ebbe una relazione con Napoleone mentre era esiliato a Sant'Elena e di cui lui si infatuò. Siamo stati felicissimi quando Al, finalmente, ha firmato per la parte. Inizieremo le riprese la prossima estate e speriamo di portare il film al Festival di Cannes del 2007». Anche l'altro grande progetto si basa sul periodo dell'esilio e probabilmente farà indignare i francesi ancora di più. Napoleone verrà dipinto come un trippone fanfarone, forse più vicino al «Soldato vanaglorioso» di Plauto che all'immagine di uomo risoluto e vulcanico che ci ha tramandato la storia. Le riprese sono iniziate già da tre giorni, il titolo sarà semplicemente «N.», come il famosissimo libro di Ernesto Ferrero, vincitore del premio Strega nel 2000, dal quale è tratto il film. Nei panni di Napoleone ci sarà Daniel Auteuil. Il carattere particolare della storia nasce dalla collaborazione degli sceneggiatori Furio Scarpelli (quello di «Il postino») e Francesco Bruni («My name is Tanino») con il regista Paolo Virzì («Baci e abbracci», «Caterina va in città»). «Ci divertiamo a prendere in giro questo despota - annuncia Virzì - Nel nostro film è dipinto come un vanesio che si tinge i capelli, che fa le domande e si dà le risposte da solo». Il film è tratto molto liberamente, ammette Virzì, dal romanzo di Ferrero, e racconta dell'arrivo, nel 1814, dell'imperatore in esilio all'isola d'Elba. La popolazione locale si sente onorata di ricevere un personaggio di tale fama, ma un giovane insegnante, Martino Acquabona, interpretato da Elio Germano, prima sarà deluso dalla vista di Bonaparte, poi deciderà di ucciderlo, come traditore degli ideali rivoluzionari che ha sfruttato solo per conquistare il potere. L'insegnante, inoltre, porta avanti una stanca relazione con una baronessa più grande di lui (Monica Bellucci) che è convolata a nozze di comodo con un attempato nobile. «È la vicenda di un uomo onnipotente che diventa di colpo impotente - spiega Virzì impegnato nelle riprese tra l'isola d'Elba e altre località della Toscana - Sono rimasto conquistato dalla rielaborazione del testo fatta da Scarpelli, con il contrasto tra il giovane idealista deciso a uccidere l'uomo che ha tradito le iniziali idee rivoluzionarie per conquistare il potere al quale si contrappone un tiranno fanfarone e vanesio. Insomma - aggiunge - è un ritratto decisamente irriverente dell'imperatore dei francesi. Ma anche al giovane Martino non va tanto bene. Non riuscirà ad uccidere Napoleone e poi vedrà sfuggire il suo nemico». Il film sarà nelle sale il prossimo anno. Arrivano così sul grande schermo nuove interpretazioni di un personaggio storico amato da cinema e televisione. Tra le ultime opere: «I vestiti nuovi dell'imperatore», del 2001 e il kolossal televisivo «Napoleone», del 2002, ricostruzione trionfale della vita del corso che in Francia è piaciuta tantissimo. Ben diversa dai due nuovi film in arrivo che, oltralpe, probabilmente non susciteranno il medesimo entusiasmo.

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