Amore tra mostri di bravura, attorno a loro il nulla
L'AMORE trent'anni dopo. Lo sperimentano Antoine e Cécile. A Parigi, da ragazzi, si sono amati alla follia, dopo, la vita li ha divisi. Antoine, pur sempre innamorato, si è dedicato, per intero e in solitudine, al suo lavoro (è ingegnere), Cécile si è sposata a Tangeri con un marocchino, ne ha avuto un figlio e adesso, pur non conoscendo l'arabo, lavora in una radio locale. Con la scusa del suo lavoro, però, Antoine che non l'ha mai dimenticata (al contrario) viene a sua volta a Tangeri e si rimette in contatto con lei. Accolto, comunque, con molto distacco anche se lei lo presenta in giro (e al marito) come il suo «primo amore». Antoine, tuttavia, non si lascia mettere da parte. Manda fiori ogni giorno, inventa mille scuse per incontrare dovunque Cécile e, dopo aver parlato anche con il marito di lei, non più innamorato e con varie donne di passaggio, riesce un po' a far prendere in considerazione i propri sentimenti. Il coronamento, però, avverrà dopo che, sul lavoro, subirà un incidente che lo farà entrare in coma perché, al suo risveglio, si ritroverà vicina Cécile, pronta adesso a tenergli con amore una mano nella sua. I momenti migliori del film, scritto e diretto da André Téchiné — fra i suoi film più recenti, «Lontano», «Alice e Martin», «Les roseaux sauvages» — sono quelli che seguono e via via sviluppano il nuovo incontro dei due protagonisti e la loro graduale riscoperta delle possibilità di una seconda unione. Con alti e bassi, contraddizioni, addirittura scontri, quel «ritorno» è dosato con fini attenzioni psicologiche, affidate per di più alla recitazione di due mostri sacri del cinema francese, Catherine Deneuve e Gérard Depardieu, di nuovo insieme dopo il loro splendido duetto anni Ottanta nell'«Ultimo metrò» di Truffaut e di nuovo capaci di esprimere sentimenti e reazioni con ogni più sottile sfumatura. Il resto, invece, stenta a convincere con i casi di vari personaggi di contorno abbozzati in fretta e alternati narrativamente quasi a forza al tema principale, in qualche momento, proprio per questo, quasi sminuito da vicende poco concluse e da climi in cui, pur sempre con attenzione ai sentimenti, molte tensioni attorno alla vicenda principale si disperdono. Basta quella, comunque, e con quei due grandi interpreti, per ottenere consensi, Anche se Téchiné, ancora una volta, mostra di muoversi nel cinema francese in modo discontinuo.